L’imprenditoria agroalimentare in Umbria

05.10.2021

La Cciaa regionale presenta i dati delle imprese agricole a giugno 2021 e del settore agroalimentare nel 2020.

In Umbria, nel secondo trimestre 2021, sono 16.672 le imprese agricole registrate e rispetto allo stesso trimestre del 2020(16.575 imprese registrate) si evidenzia un lieve aumento. La forma giuridica prevalente è la ditta individuale, con 13.082 imprese pari al 78% del totale; seguono la società di persone, con 2.709 imprese pari al 16,2%, e la società di capitali, con 633 pari al 3,7%. Il dato delle società di capitali è diverso da quello registrato per l’intero sistema imprenditoriale umbro, dove le società di capitali occupano il secondo posto dopo le ditte individuali.

Nella regione, il 32% delle imprese agricole è condotto da donne. In particolare, a giugno 2021, su 16.672 imprese agricole totali sono 5.448 le aziende agricole (comprese quelle del settore turismo di campagna) guidate da donne. Nell’ultimo anno l’agricoltura al femminile è quasi stabile infatti a giugno 2020 il numero totale delle aziende era 5.440.

A giugno 2021, sono 1.168 le imprese agricole guidate da giovani under 35, il 7% del totale del settore, sotto la media nazionale. Di queste, 907 sono a Perugia e 261 a Terni. Anche il dato delle imprese agricole guidate da giovani resta sostanzialmente costante (a giugno 2020 erano in totale 1.157).

Riguardo al settore agroalimentare, l’Umbria, a novembre 2020, conta 34 prodotti a Indicazione Geografica (IG) e si colloca in tredicesima posizione, a livello nazionale, per numero di prodotti registrati. Questi, in termini di valore alla produzione, equivalgono a 110 milioni di euro, pari allo 0,6% del valore totale nazionale. L’ultimo prodotto registrato è il Pampepato di Terni, che nel 2020 ha ottenuto il marchio IGP, unico dolce umbro con questo riconoscimento e uno dei sei dolci italiani. Nel dettaglio, delle 34 IG regionali, 13 appartengono al comparto “cibo” e, con 46 milioni di euro, coprono il 41,8% del valore alla produzione regionale. Un grande contributo alla produzione regionale è fornito dalle categorie “prodotti a base di carne” e “carni fresche”. Altro notevole contributo è dato dal comparto “vino”, nel quale il vino DOP IGP tra il 2018 e il 2019 ha registrato un incremento di valore del 14,4%, molto più alto rispetto al dato nazionale, pari al 2,9%.

I settori della filiera agroalimentare, dopo il periodo della pandemia, potranno ripartire se saranno capaci di tenere insieme competitività, ambiente, innovazione, tradizioni antiche e sostenibilità.

Questi, alcuni dei dati forniti da lnps e da Ismea, pubblicati in un report dalla Cciaa dell’Umbria.

 

 

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