La competitività delle imprese del Friuli-Venezia Giulia

La Regione pubblica un nuovo report statistico aggiornato al triennio 2016-2018

L’ufficio di statistica della Regione Friuli-Venezia Giulia pubblica un report sul livello di competitività delle imprese regionali, alla vigilia dello scoppio della pandemia. Utilizzando soprattutto i dati del Censimento permanente delle imprese, la pubblicazione analizza le leve principali della competitività: produttività e competitività di costo, internazionalizzazione, innovazione e collaborazioni produttive tra imprese.

Il tessuto produttivo del Friuli-Venezia Giulia è basato in larga parte su imprese di piccole dimensioni: delle 89 mila imprese attive nel 2019, il 93% conta meno di dieci addetti. Il valore aggiunto prodotto nel 2017 si assesta a 27.600 euro contro i 25.700 della media nazionale, con valori che tendono a crescere all’aumentare delle dimensioni aziendali. Le imprese valutano positivamente il proprio posizionamento competitivo e solo il 7% ritiene di avere svantaggi da colmare rispetto alla concorrenza, un dato in linea con quello nazionale (8%).

L’internazionalizzazione è un altro elemento chiave nel determinare i livelli di competitività. Il valore delle esportazioni regionali tocca nel 2018 il 41% del Pil, contro una media nazionale del 26%. Il 2,4% delle imprese con almeno dieci addetti, e il 17% di quelle con almeno 250 addetti, realizza all’estero almeno una parte della propria produzione, principalmente come misura per contenere i costi.

Un ulteriore importante fattore è costituito da ricerca e innovazione. In Friuli-Venezia Giulia, l’unica regione italiana definita “fortemente innovatrice” dal Regional Innovation Scoreboard 2019 (il sistema di monitoraggio dell'indice di innovazione ideato dalla UE), le risorse impiegate risultano tra le più elevate a livello nazionale, essendo pari allo 0,9% del Pil del 2018. Nel triennio 2016-2018, il 41% delle imprese regionali con almeno tre addetti è stato impegnato in progetti di innovazione, quota che sale al 57% nell’industria in senso stretto e all’84% tra le imprese con più di 250 addetti.
Secondo un'indagine condotta presso gli imprenditori locali, il principale ostacolo alla competitività è costituito dagli oneri amministrativi e burocratici, segnalato dal 38% delle imprese regionali contro il 33% di quelle italiane.