La produzione e il commercio di vino e olio

19.04.2018

L'Ismea diffonde due report con dati riferiti al 2017

L’Ismea riassume in una nota i dati sulla produzione e il commercio del vino nel 2017. L’Italia mantiene il primato produttivo internazionale: nonostante i problemi derivati dal clima, si posiziona infatti al primo posto davanti alla Francia e alla Spagna, con 42,5 milioni di ettolitri di vino prodotti. Su un totale di circa 310 mila imprese agricole, quasi 46 mila sono aziende vinificatrici. Il processo di concentrazione caratteristico degli ultimi anni riguarda, oltre alla parte agricola delle aziende (una superficie media che supera ormai i due ettari), anche quella dedicata alla vinificazione. Il 50% circa della produzione, inoltre, rientra nel sistema cooperativo.

Il nostro paese è anche il secondo esportatore di vino mondiale, con un fatturato che raggiunge il record storico di sei miliardi di euro (+6% sul 2016) e una ripresa anche dei volumi esportati, pari a 21,5 milioni di ettolitri. I principali mercati di destinazione sono gli Stati Uniti, la Germania, il Regno Unito, la Svizzera e il Canada. Il fatturato dell’industria del vino, infine, è stimato intorno ai 13 miliardi ed è pari al 10% di fatturato dell’intero settore agroalimentare.

L'Ismea pubblica anche un report sulla produzione e il consumo di olio di oliva, con approfondimenti sui comportamenti dei consumatori, basati su una indagine specifica. Il valore della produzione agricola di olio corrisponde a 1,3 miliardi di euro, il fatturato è pari a circa tre miliardi di euro. La produzione nazionale è di circa 400.000 tonnellate di olio; analizzando, però, la tendenza del lungo periodo si evidenzia una forte riduzione, in quanto dieci anni fa il valore era di circa 600.000 tonnellate, un terzo di più. La produzione mondiale di olio di oliva è concentrata in Spagna e in Italia, che sono anche i primi due paesi nell’esportazione (rispettivamente 60% e 20% del totale). L’Italia è anche il primo paese importatore di olio, e il primo consumatore; la domanda interna, infatti, supera di gran lunga la produzione disponibile. Negli ultimi dieci anni è cambiato sugli scaffali della Gdo (Grande distribuzione organizzata) lo spazio a disposizione del consumatore per i diversi tipi di olio: si è ridotto quello dedicato all’olio di oliva (dall’1,7% del 2008 allo 0,5% del 2017), mentre è aumentato quello dedicato all’olio Evo (Extravergine di oliva) 100% italiano (dal 13,3% al 26,6%) e a quello Dop-Igp (dal 10,6% al 12,9%).

 

 

Categorie: Diffusioni di nuovi dati | Agricoltura e zootecnia | Ismea - Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare

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