Internazionalizzazione commerciale delle imprese trentine

12.04.2024

L’Ispat presenta i risultati di un’analisi del periodo 2013-2022

Il nuovo report predisposto dall’Ispat descrive lo status dell’internazionalizzazione commerciale del sistema delle imprese trentine. Obiettivo dello studio è l’esame degli orientamenti strutturali consolidatisi nel periodo intercorso tra i due rilevanti shock congiunturali conseguenti alla crisi del debito sovrano nel 2010 e alla pandemia da Covid-19 nel 2020. I risultati di questa analisi costituiscono un riferimento per valutare, in ottica comparata fra territori e fra eventi, la capacità di aggiustamento strutturale dell’economia locale a seguito di importanti shock congiunturali.

Prendendo in considerazione il periodo dal 2013 al 2022, il sistema economico della provincia di Trento continua a mostrare ampi margini di espansione internazionale. Nel biennio 2021-2022 il grado di apertura al commercio internazionale (rapporto tra la somma di import ed export e il PIL) è superiore alla media del decennio, segnalando quindi una buona tenuta alla recessione indotta dalla pandemia. Nello specifico, nel periodo 2014-2022 sono positive sia le variazioni delle esportazioni (in media +5,1% all’anno), sia le variazioni delle importazioni (in media +8,7% all’anno). Dal 2000 la bilancia commerciale (differenza tra export e import) della provincia è in avanzo, confermando l’economia locale come una esportatrice netta di lungo periodo. Rispetto alle altre regioni del Nord e all’economia nazionale, tuttavia, l’incidenza delle esportazioni manifatturiere sul PIL in Trentino rimane bassa.

Guardando agli aspetti più strutturali del commercio estero in Trentino, in termini sia di numero di imprese internazionalizzate, sia di intensità delle esportazioni, il quadro di internazionalizzazione commerciale nella fase pre-pandemica risulta incentrato su un numero ridotto di esportatori rispetto alle imprese attive (2,2% nel 2019), non diversamente da quanto rilevato a livello nazionale. Si tratta soprattutto di micro e piccole imprese fino a 49 addetti (85,4% nel 2019). In termini di valore esportato, tuttavia, le imprese medio-grandi (da 200 a 999 addetti) sono responsabili della quota relativamente più elevata del valore esportato dalla provincia (30,1% nel 2019). Sul versante dell’occupazione, meno di un addetto su cinque in provincia è impegnato in imprese esportatrici, mentre a livello nazionale la quota è superiore (quasi un addetto su quattro).

La ripartizione geografica per grandi aree delle esportazioni provinciali indica un orientamento stabile nel tempo e indirizzato prevalentemente verso le destinazioni europee (ricevono oltre il 74% del valore esportato), seguite dalle Americhe (circa il 15%) e dall’Asia (circa il 5%). La Germania si conferma come la destinazione privilegiata e stabile dell’export provinciale (17,4% nel 2019), seguita da Stati Uniti (12,0%), Francia (9,6%), Regno Unito (8,5%) e Austria (5,5%).

I settori più importanti per l’export trentino sono quelli dei macchinari e degli autoveicoli, che insieme incidono per il 29,4% sul valore totale esportato. A seguire si trovano i prodotti chimici (9,2%), i prodotti in metallo (9,0%), il commercio all’ingrosso e l’industria delle bevande (8,2% ciascuno). Queste produzioni rappresentano insieme il 64,0% del valore totale dell’export trentino, che viene dunque sostenuto per buona parte da produzioni propriamente industriali.

Categorie: Attività di rilevazione | Imprese: struttura e competitività | Trento | Provincia autonoma di Trento

Ricerca

Ricerca Testuale
Argomento statistico
Tema

Territorio
  • Solo livello nazionale
  • Scegli il territorio
Regione
Provincia

Ente

Data di riferimento
  
  




Si No