L’emergenza Covid 19 nelle microimprese in Trentino

13.04.2023

L'Ispat presenta un’analisi dell’impatto della pandemia sul tessuto produttivo locale

L'Ispat presenta in un report l’analisi dell’impatto del Covid-19 sulle microimprese locali (con meno di 10 addetti), con un focus sulle strategie messe in atto per superare la situazione, anche usufruendo dei sostegni pubblici. Lo studio è condotto in partnership con l’Istituto per la ricerca valutativa sulle politiche pubbliche (Fbk-Irvapp).

Tra giugno e ottobre 2020 il 59% delle imprese in Trentino ha registrato una contrazione del fatturato, di cui il 10% di intensità superiore al 50%. Per poco più del 23% delle imprese il Covid non ha avuto particolari conseguenze sui ricavi e solo il 18% delle imprese è stato in grado di incrementare il proprio giro d’affari.

La prolungata fase della pandemia ha prodotto un insieme di effetti negativi sull’attività delle imprese. Nel tempo le criticità e i fattori di rischio sono però notevolmente mutati: se nell’estate 2020 la preoccupazione maggiore (per il 44,5% delle imprese trentine) era connessa alla riduzione della domanda sia sui mercati esteri che sul mercato nazionale, ad un anno di distanza (giugno-ottobre 2021) le problematiche più sentite si concentrano sulla forza lavoro. Ciò che preoccupa le imprese trentine, in misura decisamente più marcata rispetto al resto d’Italia, è soprattutto il reperimento di figure professionali adeguate e la loro formazione (38,5% delle imprese trentine rispetto al 28,9% delle imprese nazionali). Sembrano rientrati, invece, i problemi legati alla liquidità, anche grazie alle misure di sostegno pubbliche.

Più rilevanti diventano le criticità relative all’approvvigionamento degli input produttivi, dovute all’interruzione delle catene globali del valore durante la prima fase pandemica, che rappresentano un elemento di grande incertezza per oltre il 21% delle imprese, soprattutto del comparto industriale. A livello nazionale le strozzature legate al reperimento degli input produttivi preoccupano il 27,5% degli imprenditori.

Nell’estate 2020 il 33,1% delle imprese trentine ha utilizzato la cassa integrazione guadagni (Cig) e altri strumenti analoghi per cercare di rendere compatibile l’attività lavorativa al contesto eccezionale causato dalla pandemia. I miglioramenti sul fronte del contenimento dei contagi hanno favorito la progressiva riduzione del ricorso alla Cig che, a un anno di distanza, scende al 19,1%. Anche a seguito delle perdite di fatturato, il 20,9% delle imprese trentine ha ridotto le ore di lavoro e il 15,4% non ha rinnovato i contratti a termine riducendo il personale. Dopo un anno di distanza, infine, entrambe le soluzioni per contenere i costi del personale si sono fortemente ridimensionate.

Categorie: Diffusioni di nuovi dati | Imprese: struttura e competitività | Trento | Provincia autonoma di Trento

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