L’internazionalizzazione delle cooperative vitivinicole

L’Ismea diffonde uno studio sull’export del vino

L’Ismea diffonde una nota con i dati derivati dall’indagine sul grado di internazionalizzazione delle cooperative vitivinicole italiane. L’indagine è realizzata su un campione rappresentativo delle aziende di Alleanza delle cooperative, a cui aderiscono 379 cantine, con oltre 110mila soci, con una produzione pari al 58% del vino italiano e il 40% del totale del fatturato del vino nazionale.

Tra il 2010 e il 2022 il fatturato generato dall'export delle cantine aderenti ad Alleanza delle cooperative registra una crescita del 130%, con un trend superiore all'andamento delle esportazioni nazionali di vino, che nello stesso periodo crescono del 101%. Anche il fatturato complessivo delle cooperative, negli ultimi dieci anni, aumenta dell'88%. In termini occupazionali, la cooperazione vitivinicola associata dà lavoro a oltre 9.000 persone, di cui il 67% è impiegato a tempo indeterminato.

Analizzando nel dettaglio le varie tipologie di impresa, dallo studio emerge che a crescere di più negli ultimi dodici anni, come fatturato totale, sono state le medie imprese, mentre quelle che sono riuscite a realizzare risultati migliori sui mercati esteri sono le imprese che hanno fatturati superiori a 50 milioni di euro. Solo le microimprese mostrano una flessione delle vendite sui mercati esteri (-10%), a conferma che se le dimensioni aziendali calano si registrano contrazioni nell'esportazione.

Il fatturato totale derivante dall'export delle cantine cooperative è di due miliardi di euro, pari a circa un terzo di tutto il vino italiano commercializzato all'estero.
Riguardo ai principali mercati dell’export, è la Germania il primo Paese di destinazione in ambito Ue (79% delle cooperative ), seguito da Francia e Paesi Bassi. Tra i Paesi extra-Ue gli Stati Uniti si collocano in prima posizione ( 65%), seguiti da Canada e Giappone.