L’economia della Calabria

Online il rapporto della Banca d’Italia sull'economia regionale riferito al 2019

Tipo di prodotto: rapporto annuale
Periodo di Riferimento: 2019 - parte del 2020
Anno di Edizione: 2020
Disponibile su: www.bancaditalia.it

L’economia della Calabria, redatto a cura della Sede di Catanzaro della Banca d'Italia, fa parte della serie Economie regionali. Il rapporto intende offrire una panoramica sulla condizione economica e finanziaria dell’economia del territorio. Le analisi si basano su una pluralità di fonti, anche della statistica ufficiale, prodotte da Inps, Ministero dello Sviluppo economico, Istat e Agenzia delle Entrate

Le informazioni contenute nel volume si riferiscono in prevalenza al 2019 ma  fanno contemporaneamente il punto sullo stato macro economico regionale attuale, alla luce delle informazioni disponibili sugli effetti del Covid-19. 

Tra i dati si legge che nel 2019 il Pil calabrese in termini reali risulta ancora inferiore di 14 punti percentuali rispetto ai livelli del 2007; gli indicatori disponibili ne indicano per il 2020 un’ulteriore caduta. 

Il blocco obbligatorio delle attività in Calabria ha riguardato l’equivalente del 18% del valore aggiunto regionale, contro il 28% in Italia. L'emergenza ha avuto un forte impatto negativo sulle nuove iscrizioni delle imprese che nel primo trimestre del 2020 sono calate del 17% rispetto al primo trimestre 2019.

Nel 2019 il valore aggiunto a prezzi costanti del settore primario aumenta, beneficiando dell’annata favorevole dei prodotti dell’olivicoltura e degli agrumi. Tuttavia le limitazioni alla mobilità, imposte in fase emergenziale nel 2020, hanno creato una carenza di manodopera che potrebbe influenzare molte produzioni agricole nei prossimi mesi dell'anno in corso.

Dopo un triennio di ripresa, infine, nel 2019 l’occupazione nella regione rimane sostanzialmente invariata rispetto all’anno precedente (-0,1 %), in linea con quanto rilevato per il Mezzogiorno, ma in controtendenza con il dato medio nazionale (+0,6) e il tasso di occupazione si attesta al 42%, per gran parte relativo al terziario. Riguardo il periodo pandemico attuale, i dati evidenziano una significativa riduzione del numero di posizioni lavorative dipendenti tra marzo e maggio, che è per gran parte imputabile al terziario.