L’economia delle Marche
La Banca d’Italia analizza l’economia regionale nei primi nove mesi del 2016
Tipo di prodotto: Rapporto
Anno di riferimento: 2016
Anno di edizione: 2016
Disponibile su: www.bancaditalia.it/pubblicazioni/economie-regionali/2016/2016-0033/index.html
L’economia delle Marche è il prodotto regionale, inserito nella più vasta edizione delle economie regionali dei Centri studi territoriali delle filiali regionali della Banca d’Italia, che presenta studi e documentazioni sulle dimensioni territoriali dell’economia italiana. La serie comprende i rapporti annuali e gli aggiornamenti congiunturali.
Il presente volume, aggiornato a settembre 2016, illustra lo stato dei principali aspetti dell’economia marchigiana (industria, scambi con l’estero, costruzioni, mercato immobiliare, servizi e mercato del lavoro) e dell’intermediazione finanziaria.
Il settore industriale marchigiano nei primi nove mesi del 2016 continua a espandersi moderatamente (il 41% delle aziende manifatturiere incrementa il fatturato di 8,6 punti). Il contributo della domanda interna si affievolisce, ma le esportazioni aumentano (+1,6% sul primo semestre 2015). Risulta negativo l’andamento del settore edile (-4,4% la produzione sul primo semestre 2015) mentre prosegue il recupero delle compravendite di abitazioni (+27,8% sul primo semestre 2015). In miglioramento anche l’attività economica nei servizi, grazie alla positiva stagione turistica (+5% rispetto al periodo giugno-agosto del 2015).
Nel primo semestre 2016 frena l’occupazione in generale (-0,3% sul primo semestre 2015) e mostra una flessione quella autonoma (-1,9%) mentre cresce quella alle dipendenze (+0,3%). Il tasso di occupazione regionale aumenta (da 61,7 a 62,2) e cresce il numero delle persone in cerca di occupazione (+2,8 per cento sul primo trimestre 2016); anche il ricorso agli ammortizzatori sociali continua a ridimensionarsi (-4,3% rispetto al periodo gennaio-settembre 2015).
L’incremento dei finanziamenti alle famiglie (+1,3% rispetto a giugno 2015) bilancia la diminuzione dei prestiti alle imprese (-0,5%), che si riducono in particolare per quelle di minori dimensioni (-3,3%). Il deterioramento del credito si attenua, pur rimanendo elevato nel confronto con gli anni che hanno preceduto la crisi e con quanto avviene nel resto del Paese.
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