Rapporto della Banca d’Italia sull’economia dell’Emilia-Romagna

07.07.2014
Rapporto della Banca d’Italia sull’economia dell’Emilia-Romagna

Continua ancora la contrazione dell’attività economica regionale

Tipo di prodotto: Rapporto
Anno di riferimento: 2013
Anno di edizione : 2014
Disponibile su:  www.bancaditalia.it

 

Il Rapporto 2013 della Banca d’Italia illustra i principali aspetti territoriali dell’economia emiliano-romagnola. I temi  oggetto di analisi sono tre: l’economia reale, anche alla luce dei risultati dell’ultimo censimento economico, l’intermediazione finanziaria e la finanza pubblica decentrata.

Lo studio evidenzia un quadro recessivo ancora in corso: nel 2013 il Pil regionale rispetto all’anno precedente è diminuito dell’1,6%, soprattutto a causa della forte flessione della domanda interna per consumi e investimenti. Il principale impulso all’attività economica è stato dato dalle esportazioni, in aumento del 2,6% sul 2012.

Nell’intervallo intercensuario 2001-2001 si rileva un ridimensionamento degli addetti nei comparti manifatturieri e nelle istituzioni pubbliche a fronte di un’espansione di quelli nei servizi e nelle istituzioni non profit. L’aumento complessivo degli addetti nella regione (+1%) è stato inferiore sia alla media italiana sia a quella del decennio precedente (10,2%). In questo stesso periodo si registra una marcata crescita dei comparti ad alto contenuto tecnologico (+15,2%), in controtendenza con il dato medio nazionale (-15,8%).

Il perdurare della crisi nel 2013 ha determinato un’ulteriore contrazione del numero di occupati sull’anno precedente (-1,6%), più sostenuta nel settore industriale (-2,4%). In particolare, il tasso di disoccupazione raggiunge nel 2013 il suo massimo valore (8,5%) dal 1993, anno d’inizio delle serie regionali comparabili.

Alla fine del 2012 in Emilia-Romagna si concentra il 9,5% della ricchezza nazionale delle famiglie. Questo aggregato  nella regione si stima pari a 815 miliardi di euro, superiore di 8,7 volte al reddito disponibile lordo. La ricchezza pro capite regionale  (187 mila euro) a fine 2012 è nettamente superiore alla media italiana (144 mila euro), pur  registrando nel quinquennio 2008-2012 una diminuzione dell’11% per effetto del calo dei prezzi degli immobili e delle attività finanziarie.

Nel mercato del credito è proseguita la flessione dei prestiti che ha riguardato soprattutto i finanziamenti alle imprese di piccola dimensione e il settore manifatturiero.  Il rischio di credito è ulteriormente aumentato nel 2013 raggiungendo livelli storici: le nuove sofferenze in rapporto ai prestiti sono triplicate rispetto ai livelli pre-crisi. È continuata anche la riorganizzazione della presenza sul territorio del sistema finanziario, con la contrazione del numero di sportelli e di banche attive.

Questi alcuni dati desumibili dal rapporto annuale “L’economia dell’Emilia-Romagna” - della serie Economie regionali- redatto dalla Sede di Bologna della Banca d’Italia con la collaborazione di altre Filiali della regione.

Il volume è arricchito da un’ Appendice statistica e da Note metodologiche.

Categorie: Imprese: struttura e competitività | Emilia-Romagna

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