La reazione al Covid-19: lo Smart working nel Sistan

01.10.2021
Domenico Tebala

L’Istat misura incidenza e soddisfazione per il lavoro agile nel Sistema statistico nazionale

La pandemia ha determinato profonde ripercussioni sull’organizzazione e lo svolgimento del lavoro. Per questo, l’edizione 2021 della Rilevazione degli Elementi identificativi, risorse e attività degli Uffici di statistica del Sistema statistico nazionale (Eup) presenta un set di domande che riguardano il ricorso allo smart working da parte del Sistan e, per gli uffici che hanno adottato questa modalità di lavoro, i livelli di produttività e gli effetti sul benessere dei lavoratori nel corso del 2020. 

Dai dati raccolti emerge una significativa diffusione dello smart working nel corso dell’ultimo trimestre del 2020. In particolare, nel 37,9% degli uffici di statistica una parte del personale ha lavorato in remoto, mentre nell’1,6% dei casi il ricorso allo smart working ha riguardato la totalità del personale (5,6% nei Comuni capoluogo/con almeno 30mila ab. e altre amministrazioni, meno dell’1% negli altri Comuni). La risposta organizzativa all’emergenza che prevede il lavoro agile, totale o parziale, è stata utilizzata in misura molto importante negli uffici di statistica di Camere di commercio, Regioni, Province autonome e Ministeri, e dalla totalità di quelli appartenenti ad altri enti e amministrazioni pubbliche centrali, Città metropolitane e soggetti privati.

Per far fronte all’emergenza sanitaria e consentire il lavoro agile, la maggioranza delle amministrazioni ha messo i propri dipendenti in condizione di utilizzare i dispositivi personali per accedere ad applicativi e strumenti per lavorare da remoto (83,5%). Questa soluzione, che ha potuto contare anche sulla disponibilità dei dipendenti pubblici a contribuire al buon andamento delle attività con mezzi propri, ha certamente facilitato lo svolgimento del lavoro in remoto e supportato le amministrazioni di appartenenza in una fase difficile.

Venendo agli effetti osservati negli uffici del Sistan che hanno applicato il lavoro agile come modalità esclusiva o alternandolo al lavoro in presenza, si rileva che oltre un quarto (27,5%) ha effettuato un monitoraggio della produttività dell’ufficio. Il risultato è nel complesso positivo, in quanto solo il 5,5% dei responsabili degli uffici ritiene che le attività abbiano risentito negativamente dello smart working, mentre il 47,1% giudica l’impatto positivo e il 47,4% non ha rilevato variazioni sensibili. La comunicazione tra i colleghi è rimasta sui livelli precedenti all’emergenza per il 67,7% dei rispondenti (63,9% per i Comuni capoluogo/con almeno 30mila ab. e altre amministrazioni e 69,7% per gli altri Comuni), che si aggiunge al 9,6% degli uffici per i quali la frequenza delle interazioni è aumentata, a suggerire che nella maggior parte dei casi la distanza non ha condizionato in modo significativo le relazioni tra i dipendenti.

Infine, un altro aspetto rilevante del lavoro agile, cioè l’impatto sulla soddisfazione e il benessere dei lavoratori, è giudicato positivo dal 64,7% degli uffici e negativo solo dall’8,2%.

Nel complesso, attraverso l’utilizzo totale o parziale del lavoro agile, il Sistema statistico nazionale ha fornito una risposta positiva alla pandemia per quanto riguarda sia la produttività degli uffici sia il benessere dei lavoratori.

Questi ed altri risultati della rilevazione Eup sono illustrati più estesamente in uno specifico rapporto pubblicato sul portale del Sistan.

Domenico Tebala

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Categorie: Istat - Istituto nazionale di statistica

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