Gli effetti dell’emergenza sanitaria sulle imprese bergamasche
La Cciaa in collaborazione con Unioncamere diffonde un focus
Il focus elaborato dalla Cciaa di Bergamo, in collaborazione con Unioncamere Lombardia, diffonde i dati frutto dell’indagine sulle imprese dei settori industria, artigianato manifatturiero, commercio al dettaglio e servizi della provincia per studiare gli effetti dell’emergenza sanitaria, un anno dopo il suo avvio.
Cresce la quota di imprese, di quasi tutti i settori, che dichiarano di non riscontare problemi: l’industria passa dal 10% di luglio 2020 al 17% di aprile 2021; i servizi dall’11% al 15%; l’artigianato dal 7% al 12%. Il commercio, unica unica eccezione, dal valore di 16% a luglio 2020, flette leggermente al 15% in aprile 2021.
Gli imprenditori che dichiarano una situazione di forte difficoltà, tale da mettere in discussione il proseguimento dell’attività, sono il 7% nell’artigianato, il 6% nei servizi, il 4% nel commercio e il 2% nell’industria. Solo l’1% delle imprese prevede di dover chiudere l’attività in seguito agli effetti della crisi.
Il clima di fiducia migliora rispetto a luglio 2020 e cresce la quota di quanti dichiarano di proseguire l’attività senza effetti negativi (40% nell’industria e nel commercio, 33% nell’artigianato e 31% nei servizi). Un segmento di imprese ha investito o ha programmato di farlo: l’industria è il settore più dinamico, con circa il 30% di imprese investitrici, mentre negli altri settori la percentuale si ferma al 20%.
Cresce, infine, la percentuale di lavoro agile: l’industria bergamasca passa dal 10% di luglio 2020 al 60% di aprile 2021, i servizi dal 6% al 45%, il commercio dal 4% al 26% e l’artigianato dall’1% al 15%.
Categorie: Diffusioni di nuovi dati | Imprese: struttura e competitività | Lombardia | Bergamo | Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Bergamo | Unioncamere Lombardia - Unione regionale delle camere di commercio della Lombardia