Le pensioni e il reddito di cittadinanza

04.03.2021

L'Inps pubblica i dati sulle pensioni e il redditto di cittadinanza negli anni 2019 e 2020

L’Inps offre un quadro delle pensioni trasmesse nel 2019 e 2020 a lavoratori dipendenti del settore privato, coltivatori diretti (mezzadri e coloni), artigiani, commercianti, parasubordinati, dipendenti pubblici e percettori di assegni sociali, sulla base dei dati pubblicati nell‘Osservatorio monitoraggio sui flussi di pensionamento.

Nella nota si legge che nel 2020 si registra un incremento dell'86%, rispetto al 2019, delle pensioni di vecchiaia percepite dai lavoratori dipendenti; si osservano incrementi, seppure più modesti, anche per le pensioni di lavoratori autonomi e dipendenti pubblici. Ciò è riconducibile all'aumento dei requisiti anagrafici del 2019 rispetto al 2018, requisiti rimasti invece invariati nel 2020. Lo stesso andamento si verifica per gli assegni sociali.

Il peso delle pensioni anticipate su quelle di vecchiaia (aumentato nel 2019 anche per l’introduzione della misura “quota 100”) diminuisce nel 2020, arrivando a una quasi parità tra pensioni di anzianità e di vecchiaia. La percentuale delle pensioni femminili su quelle maschili aumenta del 18%, rispetto al 2019, passando da 104 a 122 (su 100 pensioni maschili).

L’ente previdenziale pubblica anche una nota che riepiloga i dati sul reddito di cittadinanza negli anni 2019 e 2020, derivati dall’Osservatorio su reddito e pensione di cittadinanza.

Nel 2019 (da marzo a dicembre) sono pervenute 1,6 milioni di domande, per una media mensile di 164 mila domande, mentre nel 2020 ne sono pervenute 1,5 milioni, per una media mensile di 122 mila domande. Nel periodo sono in tutto 1,6 milioni i nuclei le cui domande sono state accolte; di questi, 223 mila sono decaduti dal diritto o revocati. Alla fine del 2020 i nuclei le cui domande sono state accolte registrano un incremento del 18% rispetto allo stesso dato riferito a gennaio 2020.

I nuclei percettori si concentrano nelle regioni del Sud e nelle Isole, raggiungendo il 61% del totale, seguono le regioni del Nord con il 23% e quelle del Centro con il 16%.

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