L’emergenza Covid-19 e le imprese venete

La Regione Veneto analizza l’impatto nel territorio

Quasi un terzo (29,1%) delle imprese venete ha continuato la propria attività durante tutto il lockdown. Un altro terzo (32%) ha bloccato l’attività, ma è riuscita a riprendere prima del quattro maggio. Il restante 38,9% delle imprese è rimasto inattivo almeno fino al quattro maggio. Infine, si registra un 1,4% di imprese che ha cessato l’attività oppure che non prevede di riprendere l’attività entro la fine del 2020. Quattro imprese venete su dieci, tra marzo e aprile 2020, hanno ridotto il fatturato di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un ulteriore 12,6% di imprese non ha alcun fatturato nel bimestre osservato.

Rispetto alla gestione del personale, il 91,6% delle imprese dichiara di avere adottato nuove misure legate all’emergenza sanitaria. La misura cui si è fatto maggior ricorso è quella della Cassa integrazione guadagni (Cig), (60,1%). Altre misure di gestione del personale sono state l’obbligo delle ferie per i dipendenti o altre misure temporanee per la riduzione dei costi (46,4%); la riduzione delle ore o dei turni di lavoro (29,3%) e l’introduzione o estensione dello smart working (22%).

La riorganizzazione dei processi e degli spazi di lavoro o commerciali (18,9% delle imprese), inoltre, è stata la principale strategia adottata per rispondere alla crisi. Le altre principali azioni messe in campo riguardano la modifica o l’ampliamento dei canali di vendita o dei metodi di fornitura o consegna dei prodotti o servizi (14,6%) e il differimento o annullamento dei piani di investimento (14,5%).

Si tratta di alcuni dati contenuti nella Statistica Flash diffusa dall’Ufficio di statistica della Regione Veneto che approfondisce gli effetti dell’emergenza sanitaria a livello territoriale, utilizzando i risultati di un’indagine Istat svolta a maggio 2020.