Ricerca e sviluppo in Trentino
L'Ispat presenta i dati del 2017
Il nuovo report Ricerca e sviluppo (R&S) 2017, a cura dell'Ispat (Istituto di statistica della provincia di Trento), presenta, sulla base dei dati più aggiornati di fonte Istat, la dinamica della spesa per ricerca e sviluppo (R&S) sostenuta in Trentino dalle istituzioni pubbliche e private non profit, dall’università e dalle imprese. Descrive anche, in particolare, l’andamento degli stanziamenti della Provincia autonoma di Trento a favore del settore della ricerca.
Nel 2017 l’investimento in ricerca e sviluppo da parte di soggetti pubblici e privati del Trentino ammonta a circa 304 milioni di euro, in crescita (+3,2%) dopo la flessione del 2016. L’incidenza della spesa in in ricerca e sviluppo sul Pil provinciale rimane sostanzialmente stabile all’1,6% circa. A livello nazionale, la spesa aumenta del 2,7%, con un’incidenza dell’1,9% circa sul Pil, anch'essa stabile. Nel confronto con le regioni italiane, il Trentino si conferma tra le prime cinque per incidenza della spesa complessiva sul Pil, insieme al Piemonte, all’Emilia-Romagna, al Lazio e al Friuli-Venezia Giulia. Con riferimento alla spesa delle sole imprese, nonostante il leggero aumento dell’incidenza sul Pil (0,6%), la provincia di Trento si attesta all’undicesimo posto nella graduatoria regionale.
La composizione della spesa in ricerca e sviluppo per singoli settori è simile a quella del 2016, con la prevalenza del settore pubblico nel suo complesso (59%) su quello privato (41%). Nel 2017 la quota maggiore di spesa è sostenuta dalle imprese (39,9%); segue il contributo dell’università (32,4%) e quello delle istituzioni pubbliche (26,8%), mentre il contributo delle istituzioni private non profit è dello 0,9%. A livello nazionale, invece, il contributo del settore privato (imprese e istituzioni private non profit) raggiunge il 63,4% mentre quello del settore pubblico è pari al 36,6%. Infine, in Trentino gli addetti alla ricerca e sviluppo superano di poco le 4.300 unità di personale (calcolate come equivalenti di unità a tempo pieno). Le imprese si confermano il settore preponderante (occupando il 43,5% degli addetti in questo campo).
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