Il Cresa pubblica i dati sui settori economici abruzzesi
Risultati delle rilevazioni condotte sui settori manifatturiero, edile e del commercio
Il Centro regionale di studi e ricerche economico sociali (Cresa), che rappresenta unitariamente le Camere di commercio abruzzesi nel campo degli studi socio-economici, pubblica sul periodico "Congiuntura economica n. 4" i risultati di tre rilevazioni condotte lo scorso anno sul settore manifatturiero, quello delle costruzioni e del commercio in Abruzzo.
Considerando il settore manifatturiero, i dati del 2012 lasciano poco spazio ai dubbi: il sistema produttivo abruzzese è tornato a subire una pesante battuta d’arresto chiudendo l’anno con un calo del 5,6% rispetto al 2011. Questo arretramento ha investito in maniera trasversale quasi tutti i settori, le tipologie di impresa e le aree territoriali, sia pure con intensità lievemente diverse. L’occupazione conferma per il quarto anno consecutivo una tendenza negativa che investe quasi tutti i settori con esclusione dell’alimentare e della chimica-farmaceutica.
Le imprese edilizie hanno visto rallentare la caduta della produzione rispetto a quanto si era verificato nel 2011 mentre si sono accentuate le perdite nei livelli occupazionali. Il modesto incremento di commesse e fatturato permette di formulare qualche cauta indicazione sull’andamento del 2013 su cui grava, tuttavia, una sensibile accelerazione dei costi di produzione sostenuti dalle aziende soprattutto in termini di materie prime.
Il settore del commercio, che risente dell’andamento e delle caratteristiche delle scelte di consumo delle famiglie, nel 2012 ha visto diminuire in modo piuttosto consistente rispetto al 2011 (-9,2%) le vendite, mentre l’occupazione è scesa del 3,4%. I prezzi finali sono apparsi lievemente in aumento (0,6%) mentre l’incremento dei costi totali è stato più consistente (5,0%).
La grande distribuzione ha subito meno pesantemente gli effetti della crisi a differenza dei pubblici esercizi. Solo sulle vendite e sui prezzi di vendita l’alimentare ha mostrato un andamento migliore del non alimentare; particolarmente critiche sono state le performance del settore abbigliamento.
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