Le professioni in tempo di crisi

23.09.2014

Online il report Isfol- Istat con i dati 2012-13 sul mercato del lavoro

Dal 2008 al 2012 il numero di occupati è diminuito di oltre 500 mila unità. I più colpiti sono gli artigiani e gli operai specializzati, che perdono 555 mila occupati.

"Elasticità", "creatività" e "resilienza" si configurano come  "fattori di protezione" nei confronti della crisi e della perdita di posti di lavoro. Le professioni a maggiore contenuto di tali requisiti sono i ricercatori nell'ambito delle science mediche (86,5 in una scala da 0 a 100) e i docenti universitari in scienze biologiche (84,4).

Tra le professioni che offrono buone possibilità di realizzare le aspirazioni professionali si annoverano quelle dell'artigianato, come ad esempio gli artigiani coinvolti nella lavorazione del legno, delle pelli e del cuoio. 

Tra gli occupati che percepiscono maggiormente l'insicurezza del proprio lavoro vi è una netta predominanza degli addetti ai call center (11,3 in una scala da 0 a 100 dove 0 indica molto insicuro e 100 molto sicuro) e le professioni dello spettacolo (20,7). 

Questi alcuni dei dati reperibili nello studio, curato da Istat e IsfolLe professioni in tempo di crisi: competenze, abilità e condizioni di lavoro. Anni 2012-13.

Il report si basa sull'indagine sulle professioni, promossa e finanziata dall’Isfol, e condotta congiuntamente con l'Istat nel 2012/2013 su un campione di circa 16.000 intervistati. 

Categorie: Attività di rilevazione | Diffusioni di nuovi dati | Nuove rilevazioni, studi, ricerche | Lavoro | Istat - Istituto nazionale di statistica | Inapp - Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche

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