Lo stato dei "Servizi pubblici per l’impiego" in Europa

15.03.2014

Un nuovo studio Isfol sull'efficenza e l'efficacia degli Spi europei per offrire un nuovo punto di vista all’attuale dibattito sui centri per l’impiego

On line il Paper dell'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol), che raffronta il periodo prima e dopo la crisi finanziaria (2008 e 2011) proponendo un'analisi e una riflessione sull’impegno finanziario ed organizzativo di alcuni paesi europei negli Spi.

Lo studio, tra l'altro, prende in considerazione i principali paesi dell’area Ue 15, che in generale hanno agito alternativamente sulla spesa dedicata, oppure sullo staff a disposizione. Solo Austria, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna e Svezia hanno aumentato il proprio sforzo su entrambi i fronti, cui corrispondono, in negativo, Irlanda ed Italia, i quali hanno seccamente de-finanziato gli Spi.

In termini assoluti, sono stati Francia, Germania e Danimarca a finanziare in misura maggiore gli Spi. L'Italia nel 2011, invece, ha investito quasi 200 milioni di euro in meno rispetto al 2008, così come gli altri paesi mediterranei (Portogallo e Grecia) e l’Irlanda, vale a dire i paesi che – più di altri – hanno subito le conseguenze della crisi finanziaria.

l’Italia dedica ai Centri per l’impiego (Cpi) lo 0,03% del Pil, contro una media Ue dello 0,25%, investendo circa 500 milioni di euro, pari quasi alla metà di quanto spende la Spagna e ben distante dai 8.872 milioni della Germania o dai 5.047 milioni della Francia.

Nel nostro Paese il 33,7% dei disoccupati contatta un Cpi e solo il 19,6% si rivolge alle Agenzie per il lavoro (Apl). L’80% mostra comunque una maggiore fiducia nella capacità di “intermediazione” delle reti informali e il 66,6% nella diretta richiesta di lavoro alle imprese.

Dalla ricerca Isfol emerge chiaramente una maggiore capacità di collocazione dei Cpi. Infatti nel 2011 la media Ue a 15 raggiunge il 9,4%, con punte del 10,5% per la Germania e 13,2% per la Svezia. In Italia gli intermediati sono il 3,1% del totale dei dipendenti occupati nell’anno, valore cinque volte più elevato di quello delle Apl.

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Categorie: Diffusioni di nuovi dati | Lavoro | Inapp - Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche

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