L’internazionalizzazione delle imprese varesine

Come cambiano le strategie competitive durante la crisi economica
La Camera di Commercio industria, artigianato e agricoltura di Varese ha pubblicato uno studio per approfondire le dinamiche di internazionalizzazione delle imprese varesine nel 2012.
Il report si basa su un’indagine svoltasi a settembre 2012 su 350 aziende del settore manifatturiero della provincia di Varese intervistate telefonicamente con tecnica Cati.
Le aziende intervistate fanno parte dei comparti cardine dell’industria manifatturiera varesina e rispecchiano la composizione dell’export della provincia: 41% metalmeccanica e mezzi di trasporto; 17% materie plastiche, chimica, farmaceutica; 16% tessile, abbigliamento e sistema moda e il rimanente distribuito in rami diversi
Nel 2012 le esportazioni a Varese, rispetto al 2011, registrano un incremento del 6,1%, mentre le importazioni evidenziano un andamento in controtendenza, -10,9%: tale situazioneha prodotto un saldo della bilancia commerciale nettamente positivo, pari a 4.120 milionidi euro, in aumento del 45,2% rispetto all’anno precedente. I nuovi mercati di sbocco rappresentano un tentativo di controbilanciare il calo della domanda interna, che, a sua volta, determina la riduzione delle importazioni.
L’attività di vendita all’estero appare la più importante modalità di internazionalizzazione delle imprese varesine, ma le imprese di dimensioni medio-grandi riescono a cogliere le opportunità all’estero anche su altri fronti: nell’approvvigionamento delle materie prime, nel reperimento dei capitali, nei vantaggi di localizzazione di attività produttive o di partnership internazionali.I settori maggiormente orientati alle esportazione risulta quello metalmeccanico e dei mezzi di trasporto.
Tre le caratteristiche fondamentali per raggiungere il successo: qualità, innovazione e Made in Italy. Chi esporta diversifica i mercati: il 60% esporta infatti in sei (o più) differenti Paesi.
Il baricentro delle esportazioni delle imprese varesine è l’Europa, segnalata nei 2/3 due terzi dei casi dove, oltre ai partner europei abituali, emergono, in linea con l’evoluzione del commercio internazionale, i paesi dell’Est Europa: Russia, Polonia, Repubblica Ceca e Turchia.
Le direttrici di sviluppo si rivolgono all’Asia e all’America Meridionale.
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