Le esportazioni piemontesi

L’Unioncamere regionale diffonde i dati relativi ai primi nove mesi del 2025

L'Unioncamere Piemonte diffonde una nota con i dati relativi al commercio estero regionale nel periodo gennaio-settembre 2025.

Nella nota si legge che nei primi nove mesi del 2025, il Piemonte esporta merci per 46 miliardi di euro, segnando un aumento tendenziale dell’1,7%.  Contemporaneamente, le importazioni aumentano del 4,6%, raggiungendo i 34,7 miliardi di euro. Di conseguenza, il saldo della bilancia commerciale è di +11,3 miliardi di euro, a fronte dei 12 miliardi registrati nello stesso periodo dell'anno precedente.

L’andamento delle esportazioni piemontesi, nel periodo considerato, mostra un andamento eterogeneo, caratterizzato da un calo dei settori trainanti e una crescita degli altri settori. Il settore dei mezzi di trasporto mantiene il primato per quota sul totale regionale (20,5%), ma registra il calo maggiore in termini percentuali (-5,9%) rispetto all’analogo periodo del 2024.  Anche il settore della meccanica, pur restando strategico (17,2% della quota), sconta un ribasso significativo (-4,6%). Ulteriori rallentamenti si osservano negli articoli in gomma e materie plastiche (-2,2%).

Il contributo all’aumento delle esportazioni regionali proviene dal settore dei metalli che registra un aumento del 14,6%. Allo stesso modo, il comparto dei prodotti alimentari, bevande e tabacco segna una crescita del +7,7% e una quota importante del 15,2% sul totale. Un incremento identico, pari al +7,7%, è raggiunto anche dai prodotti delle altre attività manifatturiere. Settori come il tessile (+1,4%) e la chimica (+0,7%) mostrano una crescita più contenuta.

L'analisi dei mercati di destinazione per l'export piemontese rivela una dinamica disomogenea. Le esportazioni dirette ai partner comunitari (UE 27), che attraggono il 60,7% dell'export regionale totale, registrano un andamento positivo, crescendo del +2,7%. Al contrario, le vendite dirette ai Paesi extra-UE, che assorbono il restante 39,3%, mostrano una sostanziale stazionarietà, con un aumento marginale pari al +0,1%.