Pensioni e redditi in Friuli-Venezia Giulia
La Regione pubblica un’analisi con i dati del 2023
La Regione Friuli Venezia Giulia pubblica un report sulle pensioni e sulle retribuzioni percepite dagli assicurati Inps, che comprendono tutti i lavoratori dipendenti e indipendenti obbligati ai versamenti previdenziali, con l’esclusione dei professionisti iscritti alle casse previdenziali private. L’analisi si articola secondo le diverse categorie, con particolare riguardo alle differenze di genere ed età e al confronto rispetto all’inflazione. I dati sono tratti dalle informazioni pubblicate su sito dedicato
Nel 2023, i percettori di pensione in Friuli-Venezia Giulia sono oltre 350 mila, il 30% dei residenti al 31 dicembre dello stesso anno. Negli ultimi dieci anni il numero di pensionati è diminuito del 4%, stabilizzandosi negli anni più recenti, per l’effetto congiunto del progressivo invecchiamento della popolazione pensionata, dato dall’allungamento della vita media, e della contrazione delle coorti di pensionati giovani, per effetto di interventi legislativi che hanno innalzato l’età pensionabile. Nel complesso, la pensione media annua percepita è 23.381 euro (27.446 euro per gli uomini e 19.628 euro per le donne), con un aumento del 16,9% rispetto al 2018, in linea con l’inflazione cumulata nel periodo.
Gli assicurati Inps sono 576.558 (+3,6% rispetto al 2018); si tratta prevalentemente di dipendenti privati (361 mila), seguiti dai dipendenti pubblici (88 mila). I lavoratori autonomi sono circa 67 mila, di cui 30 mila artigiani, altrettanti commercianti e quasi 8 mila autonomi agricoli. Infine, gli operai agricoli sono circa 14 mila e tra essi vi sono quote rilevanti di lavoratori stagionali. Nel 2023, la retribuzione media complessiva è pari a 26.347 euro annui, in aumento del 12,9% dal 2018. Al netto dell’aumento del costo della vita, le retribuzioni medie annue reali diminuiscono però del 6,2%, con differenze significative tra le diverse tipologie di lavoratori: il calo supera il 7% per i dipendenti pubblici e privati, a fronte di un aumento di pari entità per gli operai agricoli, e più ridotto per i lavoratori domestici (+2,9%) e per gli artigiani (+0,6%). Ogni 100 lavoratori maschi, le femmine sono 83, con alcuni profili maggiormente sbilanciati verso la componente maschile (artigiani, autonomi e operai agricoli, lavoro dipendente privato) e altri su quella femminile (lavoro dipendente pubblico, lavoro occasionale e lavoro domestico). Ogni 100 euro di retribuzione media settimanale maschile, quella femminile è pari a 73,5 euro (il 26,5% in meno).
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