Il lavoro dipendente in Friuli-Venezia Giulia
L’Ires pubblica una nota con i dati aggiornati al 2023
L’Ires Friuli-Venezia Giulia analizza in una nota i dati del 2023 sul lavoro dipendente nel settore privato, provenienti dall’archivio Inps delle denunce retributive mensili. Nel documento si legge che in Friuli-Venezia Giulia, i lavoratori dipendenti nel settore privato sono 375.284, con una crescita dello 0,6% rispetto al 2022 e dell’8,1% rispetto al 2018, confermando una tendenza positiva iniziata nel 2015 e solo momentaneamente interrotta dalla pandemia. Nel periodo 2018-2023, l’aumento riguarda tutto il territorio regionale, con una crescita inferiore alla media solo nel pordenonese (+6,5%) e con un incremento più sostenuto per le donne (+8,5%) che per gli uomini (+7,7%). Rispetto alle fasce d’età, aumentano gli over 55 (+37,1%) e gli under 35 (+14,6%) mentre diminuiscono gli occupati nella fascia 35-44 anni (-10,8%), in linea con le dinamiche demografiche. Nello stesso periodo di tempo, i lavoratori non comunitari crescono del 43,2% (circa 15 mila unità in più), in misura molto maggiore di quelli provenienti dall’Unione europea (+4,2%).
Con riferimento alle tipologie contrattuali, aumentano maggiormente i contratti a tempo determinato (+9,9%, pari a +24.221 unità) ed è rilevante la dinamica dell’occupazione stagionale (+30,2%, pari a +2.424 unità). Gli occupati a tempo pieno crescono del 9,8%, in misura più che doppia rispetto a quelli a tempo parziale (+4,4%). A livello settoriale, l’espansione più consistente riguarda l’edilizia (+29,5%), favorita dalle consistenti agevolazioni fiscali degli ultimi anni, seguita dal comparto alberghiero e della ristorazione (+13,2%).
Nel 2023 la retribuzione media annua lorda in Friuli – Venezia Giulia è 24.203 euro, un dato che colloca la regione al sesto posto a livello nazionale e Trieste al dodicesimo nella graduatoria delle province, con un importo medio di quasi 26 mila euro. Se si considerano solo gli occupati che hanno lavorato per l’intero anno con un contratto a tempo pieno (poco più del 50% del totale), l’imponibile medio sale a 34.546 euro, in aumento del 5,9% rispetto al 2018. In termini reali, la variazione delle retribuzioni è però decisamente negativa (-9%) ed evidenzia la generale perdita di potere d’acquisto dei salari per gli effetti dell’inflazione che, in base all’indice dei prezzi per le famiglie di operai e impiegati, è del 16,3% nel periodo 2018-2023.
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