La natalità in Trentino
L’Ispat presenta un approfondimento sulla concretizzazione del desiderio di fecondità
L’Ispat presenta un report che approfondisce quali siano i desideri in termini di genitorialità e quale sia la loro effettiva realizzazione in Trentino tra i residenti con almeno 18 anni di età. Vengono analizzati i risultati dell’indagine panel “Condizioni di vita delle famiglie trentine”, realizzata nel 2023 da Ispat, in cui è stato inserito un modulo tematico ad hoc.
La dinamica demografica di calo della natalità e di invecchiamento della popolazione, comune ormai fra le società avanzate, caratterizza anche il Trentino. Guardando al tasso di fecondità totale (numero medio di figli per donna in età feconda), il valore calcolato in Trentino è in flessione (1,37 figli per donna nel 2022 contro 1,65 nel 2010) e inferiore a quello dell’Unione europea (1,46 figli per donna nel 2022), ma più elevato rispetto al Nord-est (1,29 figli per donna) e all’Italia (1,24 figli per donna). La popolazione trentina cresce grazie al saldo migratorio, perché il saldo naturale è negativo dal 2015.
Alla domanda sul numero “ideale” di figli che ognuno vorrebbe, solo il 4,9% della popolazione trentina risponde di non desiderarne nemmeno uno; il 40,1% del totale dichiara di desiderare due figli, mentre il 6% preferirebbe un unico figlio. Una quota rilevante dice di non sapere o preferisce non rispondere (22,7%).
Dall’analisi emerge un divario tra il numero di figli desiderati e quelli effettivamente avuti. In particolare, quasi quattro trentini su dieci non hanno (o non hanno ancora avuto) figli (37,3%). Il 50,9% dei trentini ha uno o due figli, a cui si aggiunge un 11,8% che ha tre o più figli.
Considerando la cittadinanza, gli stranieri hanno un numero medio di figli pari a 1,45, a fronte di 1,2 per gli italiani. Si nota come tra i cittadini stranieri vi sia una maggiore incidenza rispetto agli italiani di coloro che hanno tre figli o più (16,2% tra gli stranieri contro 11,5% tra gli italiani). Mentre sono simili le percentuali di cittadini italiani e stranieri che hanno due figli, la quota di cittadini stranieri che non ha figli si riduce al 29,2% (rispetto al 37,9% degli italiani).
Vi è un disallineamento tra le intenzioni riproduttive e la loro realizzazione. Se realizzare la propria intenzione di fecondità significa eguagliare il proprio desiderio di avere figli con l’effettivo numero di figli avuti, il 46,9% della popolazione adulta non realizza le proprie intenzioni procreative. In media, la distanza tra i figli desiderati e i figli avuti è pari a uno, con 2,25 figli desiderati contro 1,22 figli avuti. Il 30,4% delle persone ha un numero di figli pari a quello desiderato, mentre il 43,8% ha sotto-realizzato la propria idea di genitorialità, con un numero di figli desiderati maggiore rispetto ai figli avuti. Per le fasce più giovani della popolazione viene espresso un potenziale che potrebbe colmarsi nei prossimi anni, mentre per la popolazione più matura si parla di missing children, cioè di figli mancanti perché mai nati.
Nella percezione dei fattori che potrebbero ostacolare o far rinviare la nascita di un figlio prevalgono le preoccupazioni di carattere economico, soprattutto tra gli uomini (28,5%), mentre le difficoltà di conciliazione tra famiglia e lavoro sono per le donne l’ostacolo maggiore (25,4%).
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