I pensionati in Friuli-Venezia Giulia
L’Ires pubblica una nota con i dati aggiornati a gennaio 2024
L’Ires Friuli-Venezia Giulia analizza in una nota i dati relativi ai beneficiari di trattamenti pensionistici. La fonte dei dati è il Casellario centrale dei pensionati dell’Inps, l’archivio amministrativo nel quale sono raccolti i dati sulle prestazioni pensionistiche erogate da tutti gli enti previdenziali italiani, sia pubblici sia privati. Tutti i dati sono riferiti al 1° gennaio dell’anno considerato.
Nel 2024 i pensionati in Friuli-Venezia Giulia sono 356.175 (di cui il 52% donne), in leggero aumento (+0,5%) rispetto al 2022 quando il loro numero ha ripreso a crescere dopo una lunga fase di contrazione. All’inversione di tendenza hanno contribuito le deroghe agli interventi legislativi che negli ultimi anni hanno progressivamente innalzato l’età pensionabile per bilanciare gli effetti del forte invecchiamento della popolazione sul sistema previdenziale. Il numero totale di pensioni erogate è oltre 506 mila, con una media di 14, pensioni pro-capite, poiché una stessa persona può contare anche su più trattamenti previdenziali (di vecchiaia, di invalidità, ai superstiti, ecc.). Nella regione, ci sono 68,5 pensionati ogni 100 occupati, un dato in linea con la media nazionale, ma decisamente superiore a quello del Nord-est (60,6). Considerando solo la componente femminile, il rapporto sale a 83,8 pensionate ogni 100 occupate e raggiunge quasi la parità nella provincia di Gorizia (92,2).
ll reddito medio pensionistico (al lordo dell’imposizione fiscale) è pari a 23.381 euro all’anno, circa duemila euro in più della media nazionale, e colloca il Friuli-Venezia Giulia al quarto posto dopo Lazio, Lombardia e Liguria. La provincia di Trieste presenta il reddito più elevato (25.872) seconda solo a Milano (26.348). Il 21,4% dei pensionati dispone di un reddito mensile lordo inferiore a mille euro mentre il 14,3% supera i tremila euro; tra le sole donne le percentuali sono rispettivamente del 28,8% e del 7,9%. I redditi da pensione annui delle donne sono infatti di quasi ottomila euro inferiori a quelli degli uomini (19.600 euro contro 27.500, circa), essendo le donne più frequentemente titolari di pensioni sociali o di reversibilità, caratterizzate da importi decisamente minori, o di pensioni che risentono dei notevoli differenziali salariali e della diffusione del part-time durante la vita lavorativa.
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