Centri antiviolenza e case rifugio in Puglia

La Regione pubblica un focus con dati riferiti al 2022

È online il focus che presenta i risultati dell’indagine annuale realizzata sulla base dei dati trasmessi dai centri antiviolenza (Cav) e dalle case rifugio al Servizio minori, famiglie e pari opportunità e tenuta registri della Regione Puglia.

Nel focus si legge che nel 2022 le utenti di questi servizi sono in tutto 2.258, in larghissima parte donne italiane (90%). Si tratta di donne che subiscono violenza soprattutto dal partner (45,6%), dall’ex partner (34,5%) e dai familiari (7,9%). Le vittime sono coniugate e conviventi (43%), seguono le nubili (30,1%) e le separate/divorziate (27%). In considerazione dell’età, la percentuale più alta è nella fascia 30-49 (54,3%), mentre il titolo di studio prevalente è quello di scuola media superiore (40,5%), seguito da quello di scuola media inferiore (37,1%) e dalla laurea (14,5%).

Per quanto riguarda la tipologia di violenza, si registra in particolare quella fisica (43,7%), seguita da quella psicologica (42,7%) e dallo stalking (5,4%). Le donne che si rivolgono ai centri antiviolenza spesso raccontano di aver subito violenze multiple: il primo tipo di violenza è nella maggior parte dei casi è quella fisica (43,7%), la seconda psicologica (43,8%) e la terza economica (19,2%). Sul totale delle donne seguite dai centri antiviolenza, il 47,9%, ha sporto denuncia (+4,8% rispetto all’anno precedente) mentre è pressoché stabile il tasso di ritiro della denuncia (1,9%).

Quanto alla condizione lavorativa delle donne in carico, si tratta in prevalenza di donne senza lavoro (37,8%), seguite da donne con un’occupazione stabile (32,4%) e donne con un lavoro precario (20,3%). La quota di donne prese in carico dai centri e ritenute potenzialmente autonome passa dal 59,9% del 2021 al 60,5% dell’anno successivo, con la contestuale diminuzione di quelle che non hanno forme di sostentamento, che scendono dal 40,1% al 39,5%.