Le retribuzioni in Italia

20.02.2023

Il Centro studi Tagliacarne pubblica uno studio sul reddito disponibile al livello provinciale

Il Centro studi Tagliacarne pubblica una nota con i dati derivati dalle elaborazioni provinciali sulle voci che compongono il reddito disponibile a prezzi correnti. Il valore delle retribuzioni varia sul territorio, e non sempre rispetta la tradizionale dicotomia Nord-Sud. Tra il 2019 e il 2021 gli stipendi diminuiscono in 22 province su 107. In queste aree un lavoratore dipendente nel triennio perde in media 312 euro, a fronte di una crescita nazionale di circa 301 euro. Salari più magri di oltre mille euro a testa si registrano a Venezia, Firenze e Prato mentre le crescite massime si rilevano a Milano (+1.908 euro), Parma (+1.425) e Savona (+1.282). Ma occorre osservare che nel capoluogo lombardo il reddito da lavoro dipendente rappresenta oltre il 90% del reddito disponibile, contro il 23,9% di Rieti e il 63,1% della media nazionale.

Tra 2019 e 2021, il peso in termini pro-capite del reddito da lavoro dipendente sul totale del reddito disponibile è rimasto stabile intorno al 63% ma in 42 province su 107, delle quali solo sei sono del Mezzogiorno, è aumentato passando dal 68,7% nel 2019 al 69,7% nel 2021. Nel complesso, l’incidenza delle retribuzioni sulle entrate disponibili è più marcata nelle città metropolitane (71,3%) meno nelle province (57,6%).

Categorie: Diffusioni di nuovi dati | Lavoro | Centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne

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