L'Economia del Piemonte

24.06.2013

La fotografia del Rapporto annuale sulle economie regionali della Banca d'Italia

Tipo di prodotto: Rapporto
Anno di riferimento: 2012
Anno di edizione: 2013
Disponibile su: http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/ecore/2013/analisi_s-r/1302_piemonte

Il tradizionale Rapporto annuale sull'economia piemontese della Banca d'Italia, presentato il 12 giugno, descrive l'evoluzione della congiuntura e analizza le trasformazioni della struttura produttiva e finanziaria della regione.

Il volume documenta la prosecuzione nel 2012 della fase negativa dell'economia piemontese, iniziata nell'estate 2011.

Nell'industria la domanda interna è calata e quella estera, pur rallentando sensibilmente, ha continuato a fornire un contributo positivo, grazie alle esportazioni nei paesi non appartenenti all'Unione europea. Nel complesso il fatturato, la produzione e il valore aggiunto sono tornati a diminuire.

Il settore delle costruzioni ha subito un indebolimento della domanda sia pubblica sia privata e un significativo peggiormento della situazione economica-finanziaria delle imprese dell'intera filiera immobiliare.

La debolezza dei consumi, condizionata dalla dinamica negativa del reddito disponibile delle famiglie, ha influito sulla flessione del valore aggiunto anche nel terziario, che è tornato a diminuire, dopo la modesta espansione dei due anni precedenti.

Nel comparto turistico, la minore affluenza di visitatori italiani è stata compensata da una significativa espansione del turismo straniero, soprattutto nella provincia di Torino.

Per i prossimi mesi, si prevede una stabilizzazione del ciclo: il fatturato sia nell'industria sia nei servizi si attesterebbe nel complesso del 2013 sui valori dello scorso anno. Indicazioni più favorevoli vengono dalle imprese più orientate all'export.

Per quanto riguarda la capacità delle imprese di innovare i prodotti e i processi, in Piemonte la spesa formalizzata in ricerca e sviluppo delle imprese è abbastanza elevata, ma la propensione a brevettare risulta più bassa di quella delle regioni nord occidentali.

In controtendenza è la filiera agroalimentare, che ha sostenuto l'economia e ha mantenuto l'incremento dell'occupazione osservato nell'ultimo decennio, anche nel periodo successivo allo scoppio della crisi.

Nel mercato del lavoro lo scorso anno l'occupazione è tornata a diminuire, in misura intensa nell'industria e tra i giovani. Il tasso di disoccupazione è salito al 9,2 per cento, il valore più elevato tra le regioni del Nord, e c'è stata una ripresa del ricorso alla Cassa integrazione guadagni ordinaria.

La debolezza della domanda di finanziamenti e l'orientamento restrittivo da parte delle banche hanno contribuito alla progressiva diminuzione del credito alle imprese nel corso del 2012 e nel primo trimestre del 2013.

Il credito al consumo ha ristagnato e i prestiti alle famiglie, in particolare i mutui immobiliari, hanno fatto registrare una contrazione, che ha interrotto una lunga fase di espansione.

Lo scorso anno è invece aumentata la raccolta bancaria presso le famiglie, grazie ai depositi a risparmio e alle obbligazioni e sono ancora cresciuti, sebbene in misura minore rispetto al 2011, gli investimenti in titoli di Stato.

 

 

Categorie: Piemonte

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