L'economia della Puglia

21.06.2013

La Banca d’Italia presenta il rapporto annuale 2012

Tipo di prodotto: rapporto
Periodo di riferimento: 2012
Anno di edizione: 2013
Disponibile su:  http://www.bancaditalia.it


E’
 disponibile on line il rapporto sull’economia della Puglia redatto dalla sede regionale della Banca d’Italia.
Il rapporto evidenzia come nel 2012 il valore aggiunto in Puglia si sia ridotto per effetto della diminuzione della domanda interna e del rallentamento di quella estera, interrompendo la debole ripresa del biennio precedente. La contrazione risulta essere in linea con il resto del Paese e inferiore al Mezzogiorno.
La produzione nel comparto industriale si è ridotta; la flessione delle vendite ha riguardato anche gli stabilimenti di imprese del Centro Nord o estere che, nello scorso decennio, hanno ampliato il proprio peso nel settore manifatturiero regionale.
L'export ha continuato a crescere presso i comparti della meccanica, dei mezzi di trasporto, della gomma, dei prodotti chimico-farmaceutici e dell'alimentare, mentre sono diminuite le vendite all'estero dei settori del made in Italy e della siderurgia, che ha risentito del blocco della vendita dei prodotti dello stabilimento Ilva.
Il calo della produzione del settore delle costruzioni ha riflesso in prevalenza l'ulteriore indebolimento del mercato residenziale. L'attività nel settore dei servizi si è ridotta, risentendo del calo dei consumi. La flessione delle vendite al dettaglio ha riguardato con particolare intensità i beni durevoli. Il comparto dei trasporti ha registrato nel complesso un andamento negativo. Da segnalare che, dopo una crescita ininterrotta dalla seconda metà del decennio scorso, sono diminuite anche le presenze di turisti.
La capacità innovativa delle imprese pugliesi, nonostante la presenza di alcuni casi di eccellenza, è complessivamente in linea con quella delle regioni meridionali, ancora bassa rispetto al resto del paese. Il divario è riconducibile alla minore quantità di risorse investite dal settore privato, a sua volta dovuta alla minore dimensione media delle imprese. Anche la presenza d'investitori specializzati che possono agevolare la crescita di imprese innovative, quali i fondi di private equity, appare più debole che in altre aree del paese. Il calo dell'attività economica si è riflesso sulle condizioni del mercato del lavoro. In presenza di un numero di occupati stazionario, le ore lavorate sono diminuite, meno intensamente rispetto al Mezzogiorno e all'Italia a causa della ricomposizione degli occupati a favore dei contratti part time, del minor lavoro straordinario e del più intenso ricorso ad ammortizzatori sociali. Il tasso di disoccupazione è cresciuto soprattutto per effetto del maggior numero di uomini alla ricerca di un lavoro dopo averlo perso e di donne senza precedenti esperienze di lavoro che si sono messe in cerca di occupazione. Nel 2012 le minori ore lavorate e la debole crescita delle retribuzioni orarie si sono tradotte in un blocco dei salari medi dei lavoratori dipendenti.
Nel 2012 si è arrestata la crescita del credito all'economia. I prestiti alle imprese si sono bloccati per effetto della minore domanda, soprattutto di quella legata agli investimenti. Anche a causa della debole domanda di abitazioni, le erogazioni di nuovi mutui si sono più che dimezzate. 
L’Economia della Puglia

Categorie: Imprese: struttura e competitività | Puglia

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