L’Italia fra Jobs act ed Europa 2020

L’isfol pubblica il rapporto monitoraggio sul mercato del lavoro

Tipo di prodotto: Rapporto
Periodo di riferimento: 2015
Anno di edizione: 2016
Disponibile su:  www.isfol.it/

Secondo il Rapporto sul monitoraggio del mercato del lavoro 2015, pubblicato dall'Isfol, il 27% degli italiani teme - per l'equilibrio dei bilanci domestici - l'eventualità di una spesa imprevista di 300 euro e, se fra gli occupati il dato scende al 18%, si deve ricordare che il 46% di questi vive in nuclei familiari nei quali è presente almeno un reddito aggiuntivo. Oltre il 50% di chi possiede un titolo di studio basso (licenza elementare/media) lamenta uno stato di salute non soddisfacente e soffre più di altri la bassa qualità dei servizi.

Nel 2015 l’aumento dei contratti a tempo indeterminato si verifica grazie al doppio incentivo, economico (sgravio triennale) e normativo (contratto a tutele crescenti) offerto rispettivamente dalla Legge di stabilità 2015 e dal Jobs Act, e la crescita del dato è da attribuire soprattutto alla trasformazione dei contratti atipici (a tempo determinato) introdotti dalle riforme degli anni precedenti.

L’analisi dei titoli di studio ottenuti nelle scuole mette in luce la relazione positiva tra indirizzi di tipo tecnico/scientifici e la probabilità di trovare un’occupazione. I giovani fra i 20 e i 34 anni hanno esperienze di contatto con il mondo del lavoro già durante gli studi (quasi il 51% ha svolto ad esempio stage o tirocini), ma anche un atteggiamento di rinuncia a favore, invece, di un'occupazione che garantisca sicurezza sul lavoro (93,7%). Il 93% dei giovani considera inoltre il lavoro come un diritto fondamentale, ma allo stesso tempo il 92,1% dichiara che per poter lavorare "è necessario sapersi adattare" (92,1%). La strategia Europa 2020, da cui prende spunto l’intero volume, suggerisce, infine, che per aumentare i livelli di competitività di ciascun Paese è necessario investire sul capitale umano e sull’innovazione.