Rapporto GreenItaly

Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione del Centro studi Tagliacarne, pubblicano la 16^ edizione
Tipo di prodotto: rapporto annuale
Periodo di riferimento: 2024, previsioni 2025
Anno di edizione: 2025
Disponibile su: https://symbola.net/ricerca/greenitaly-2025/
Il 16° Rapporto GreenItaly, curato da Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione del Centro studi Tagliacarne e il patrocinio del Mase, descrive lo stato dell'economia verde in Italia nel 2024, con previsioni per il 2025.
I temi affrontati spaziano dalle energie rinnovabili alla riconversione dei comparti tradizionali del Made in Italy e l'analisi si basa prevalentemente su fonti statistiche ufficiali, tra cui Mipaf, Istat e Ministero dell'ambiente, con comparazioni a livello europeo (Eurostat).
Tra i dati si legge che nel periodo 2019-2024, sono state 578.450 le imprese extra-agricole che hanno effettuato eco investimenti pari al 38,7% del totale ovvero più di 1 impresa su 3. Nel 2024 i green jobs sono 3.298 mila unità, in crescita del 4,3% (+135 mila unità) rispetto al 2023, con una quota sul totale degli occupati pari al 13,8%. Il risultato complessivo nell’ultimo biennio vede un consolidamento del dato sia assoluto sia relativo registrato nel 2022, con l’auspicio che quest’ultima rilevazione possa rappresentare una solida base da cui far partire nell’immediato futuro un virtuoso processo di crescita.
Quanto alla distribuzione regionale dei green jobs, il 2024 mostra uno scenario pressoché simile, con l’affermazione del Nord-Ovest con il 32,8% del totale nazionale, seguito dal Nord-Est (23,6%), dal Mezzogiorno (23,1%) ed infine dal Centro (20,5%); unica area, quest’ultima, a segnare una flessione, seppur lieve, di lavoratori verdi rispetto all’anno precedente (-0,5%; +6,2% per il Nord-Ovest ed il Sud e Isole; +4,0% per il Nord-Est).
Infine secondo Eurostat, la capacità Italiana nell’avvio a riciclo dei rifiuti totali (urbani e speciali) ha raggiunto il 92,6% (2023), un tasso di gran lunga superiore a quello delle altre grandi economie europee, Francia (81,5%), Germania e Spagna (75,5%), e alla media UE-27 (60%).
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