Stato dell’ambiente in Italia

L'Ispra pubblica l'ultimo rapporto
Tipo di prodotto: rapporto statistico
Periodo di riferimento: anni fino al 2024
Anno di edizione: 2025
Disponibile su: www.isprambiente.gov.it
Il rapporto Stato dell’ambiente in Italia 2025, indicatori e analisi, realizzato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), offre un quadro aggiornato e integrato delle principali dinamiche ambientali del Paese, combinando approfondimenti settoriali con una visione sistemica con gli obiettivi strategici delle politiche europee. .
L’analisi si basa su una selezione di indicatori tratti dalla Banca dati degli indicatori ambientali dell'Ispra organizzati in cinque macrotemi principali: cambiamenti climatici, economia circolare, verso l’inquinamento zero, biodiversità e capitale naturale, turismo sostenibile.
Secondo il rapporto, tra l'altro, a partire dal 2000, le anomalie rispetto alla media climatologica 1991-2020 sono risultate sempre positive, a eccezione degli anni 2004, 2005, 2010 e 2013. Come registrato a scala globale ed europea, anche in Italia il 2024 risulta l'anno più caldo della serie dal 1961, con un'anomalia media di +1,33 °C rispetto al trentennio di riferimento, superiore a quella globale sulla terraferma (+1,03 °C). Il 2024 è l’anno più caldo della serie anche per l’anomalia della temperatura minima (+1,40 °C) mentre si posiziona al secondo posto per l’anomalia della temperatura massima (+1,26 °C). Analogamente a quella dell’aria, la temperatura superficiale dei mari italiani, con un’anomalia di +1,24 °C, ha fatto registrate il valore più alto dell’intera serie dal 1982.
Negli ultimi trent’anni, inoltre, le emissioni di gas serra in Italia si sono ridotte di oltre il 26% rispetto ai livelli del 1990, passando da 523 a 385 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel periodo 1990- 2023. Il settore energetico rappresenta la principale fonte delle emissioni totali di gas serra, contribuendo per circa l'80%. Nel comparto, le industrie energetiche e i trasporti sono responsabili di circa la metà delle emissioni nazionali di gas climalteranti. In Italia, un’analisi di lungo termine del settore energetico ha evidenziato che, nonostante una significativa dipendenza dalle fonti estere (76,1% nel 2023).
Riguardo alla indicazione “inquinamento zero”, in linea con il Green Deal europeo e con gli obiettivi dell’Agenda 2030, l’Italia ha compiuto significativi progressi nel monitoraggio e nella riduzione delle pressioni ambientali, sebbene persistano criticità. Nel settore dell’inquinamento atmosferico, le emissioni di particolato sono diminuite significativamente (PM10 -42,9%, PM2,5 -41% nel periodo 1990-2023).
Relativamente all’uso dei pesticidi, l’Italia ha ridotto del 32,7% le quantità di principi attivi contenuti nei prodotti fitosanitari immessi in commercio tra il 2014 e il 2023, sono diminuiti i principi attivi di fungicidi (-34,1%), insetticidi e acaricidi (-25,5%), erbicidi (-33,3%) e dei prodotti “vari” (-37,3%). Al contrario, infine, i prodotti biologici, pur registrando un aumento di circa il 150% dal 2014, rappresentano ancora una quota marginale del mercato, pari al 2% del totale.
Categorie: Ambiente ed energia | Ispra - Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale

 
								 
			 
			 
			