L'economia della Calabria
La Banca d'Italia pubblica l'aggiornamento congiunturale
Tipo Prodotto: rapporto
Periodo di Riferimento: 2024
Anno di Edizione: 2024
Disponibile su: www.bancaditalia.it
L'economia della Calabria, è il report congiunturale dedicato all’analisi della struttura economica e finanziaria dell’economia calabrese infrannuale, presente nella collana Economie regionali, a cura delle sedi regionali della Banca d'Italia sulla base di dati di fonte Istat, Inps, Infocamere, Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Enea e Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica.
Nel rapporto si legge che, nel primo semestre del 2024, il tasso di natalità netto delle imprese è risultato pari allo 0,4%, in linea con la media italiana e con il dato del periodo corrispondente del 2023. In particolare, gli interventi legati al Pnrr hanno determinato un aumento delle commesse per circa il 45% delle imprese edili.
L’edilizia privata ha invece risentito del ridimensionamento degli interventi di efficientamento energetico a seguito della rimodulazione degli incentivi fiscali e il venir meno dell’impulso del Superbonus: complessivamente, sono stati ammessi a detrazione lavori per 3,4 miliardi di euro, già conclusi per circa il 95%.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, nei primi sei mesi del 2024 il tasso di occupazione raggiunge il 44,5%, +1% rispetto allo stesso periodo del 2023, con un divario ampio rispetto alla media nazionale (di 17 punti percentuali). L’aumento degli occupati è dovuto, in parte, alla riduzione della popolazione in età da lavoro (15-64 anni) di circa lo 0,4% tra gennaio e giugno e, in parte, alla riduzione delle persone in cerca di un impiego, con il tasso di disoccupazione in calo del 15,4% (più del Mezzogiorno e il doppio della media-Italia).
La maggiore spinta all’occupazione proviene dalle donne, con la conseguente riduzione del differenziale del tasso di occupazione maschile e femminile (dal 24,9% nel 2023 al 23,6% nel 2024).
Sebbene cresca il reddito ai valori correnti, i consumi delle famiglie si riducono leggermente nei primi sei mesi del 2024, risentendo ancora dell’ampia perdita del potere di acquisto accumulatasi nel biennio 2022-2023, e rimane elevato il ricorso al credito al consumo. A settembre 2024, infatti, il tasso di inflazione, misurato dall’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività è pari allo 0,7%, in linea con il dato italiano (rispettivamente, contro il 4,9% e il 5,3% dello scorso anno).
Nel primo semestre del 2024 si rileva la contrazione dei finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di abitazione e dei prestiti alle imprese di piccola dimensione, soprattutto a causa dell’elevato costo del credito bancario e dell’atteggiamento degli intermediari improntato a una maggiore cautela. I depositi bancari delle famiglie riprendono a crescere (1,9% sui dodici mesi terminanti a giugno, contro lo -0,1% a dicembre 2023), confermando un interesse spiccato verso forme di risparmio più remunerative, come titoli di Stato e obbligazioni bancarie (18,9% a giugno, 27,8% a dicembre).
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