Rapporto Ocse 2013 sull'occupazione

18.07.2013

Il mercato del lavoro e le caratteristiche dell'occupazione negli anni della crisi

Tipo di prodotto: rapporto annuale
Periodo di riferimento: 2007-2013
Anno di edizione: 2013
Disponibile su: http://www.oecd-ilibrary.org

L'Ocse ha reso disponibile il Rapporto sull’occupazione del 2013 (Employment Outlook 2013).

Il rapporto descrive le caratteristiche del mercato del lavoro e dell’occupazione nel quadro degli ultimi anni di crisi economica, toccando anche i temi della legislazione sul lavoro, del welfare, delle misure per il reimpiego.

Dal rapporto emergono dati preoccupanti riguardanti gli alti livelli di disoccupazione, un fenomeno che persiste in molti paesi nonostante la debole ripresa dalla crisi economica che ha caratterizzato gli ultimi cinque anni.

Complessivamente l’8.0% della forza lavoro dei paesi dell’area è in stato di disoccupazione: si tratta di 48 milioni di persone, quasi 16 milioni di più nel confronto con l’anno 2007.

Mentre vi sono stati segni di miglioramento riguardo alla disoccupazione negli Stati Uniti, nell’Euro zona questo dato registra un nuovo record, arrivando al 12%.

Anche nelle previsioni per il futuro emerge una forte disparità tra i diversi paesi: la disoccupazione negli Stati Uniti e in Germania avrà una diminuzione entro il 2014, ma nel resto d’Europa il dato rimarrà invariato o addirittura aumenterà. È previsto infatti un tasso di disoccupazione sopra l’11% in Francia , circa del 12.5% in Italia e vicino al 28% in Spagna e Grecia.

In modo particolare la disoccupazione riguarda i giovani, e, come sottolineato nella presentazione del Rapporto dal segretario generale Gurria, la realizzazione di misure in favore di questa categoria da parte dei governi è uno strumento essenziale per combattere il fenomeno nel suo complesso.

Vi sono inoltre forti disparità tra le diverse tipologie di lavoratori, che risultano maggiormente esposte al fenomeno a seconda del grado di sicurezza del lavoro, di specializzazione e di livello di guadagno: sono più a rischio di disoccupazione le categorie più deboli e questo è uno dei fattori che ha dato luogo all’aumento della diseguaglianza nella ricchezza delle famiglie che si è verificato nella maggior parte dei paesi.

Categorie: Lavoro

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