Rapporto Inapp 2022

29.11.2022

L'Inapp diffonde il rapporto annuale che descrive il mercato del lavoro in Italia

Tipo di prodotto: Rapporto annuale
Periodo di riferimento: anno 2021
Anno di edizione: 2022
Disponibile su: www.inapp.org

L'Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche (Inapp) presenta il Rapporto Inapp 2022. Lavoro e formazione: l’Italia di fronte alle sfide del futuro. La pubblicazione analizza le trasformazioni in corso nel mercato del lavoro e nei sistemi della formazione professionale a fronte delle tendenze globali di cambiamento dei sistemi economici.

In Italia il tasso di occupazione, sceso dal 58,8 al 56,8% all’inizio della pandemia,  riprende a crescere solo nel 2021 e impiega 18 mesi per tornare ai livelli pre-crisi. Inoltre, dopo l’emergenza pandemica il mercato del lavoro appare ancora caratterizzato da una forte precarietà: dei nuovi contratti attivati nel 2021, infatti, circa sette su dieci sono a tempo determinato. Nell’insieme il lavoro atipico (cioè tutte quelle forme diverse dal lavoro subordinato con contratto a tempo indeterminato a tempo pieno) rappresenta l’83% delle nuove assunzioni, con un aumento del 34% negli ultimi 12 anni.  Solo il 35-40% dei lavoratori atipici passa nell’arco di tre anni a impieghi stabili. Il part time involontario coinvolge l’11,3% dei lavoratori (contro una media Ocse del 3,2%).

Un altro fenomeno rilevante è quello del “lavoro povero”, che riguarda coloro che, pur essendo occupati (come lavoratori dipendenti o autonomi) sono in una famiglia a rischio povertà, cioè con un reddito disponibile equivalente al di sotto della soglia di rischio povertà. Nel decennio 2010-2020 il tasso di lavoro povero è quasi costante, con un valore medio pari a 11,3% e una distanza rispetto all’Unione europea superiore mediamente del 2,1%. 

L’Italia, inoltre, è l’unico paese dell’area Ocse nel quale, dal 1990 al 2020, il salario medio annuale diminuisce (-2,9%), mentre ad esempio in Germania cresce del 33,7% e in Francia del 31,1%. Nello stesso periodo la produttività in Italia cresce del 21,9%. Le cause di una dinamica salariale così contenuta sono diverse, una di queste è il meccanismo di negoziazione dei salari. Resta bassa, infatti, la quota di imprese che dichiarano di applicare entrambi i livelli di contrattazione (4%).

Il Rapporto affronta anche il tema dei fabbisogni di professioni e competenze. Nel 2021 solo il 22,8% delle imprese italiane segnala la necessità di adeguare le conoscenze e le competenze di specifiche figure professionali, nel 2017 era un terzo. 

Riguardo al tema della sostenibilità, ci sono ancora ritardi per le imprese italiane nello sviluppo di queste politiche; tra il 2018 e il 2020 solo l’8,6% delle imprese (in misura maggiore quelle medio-grandi) mette in atto interventi finalizzati alla sostenibilità, e questi riguardano per lo più il miglioramento della gestione dei rifiuti (25%). Infine, il 10,2% delle imprese italiane introduce innovazioni in tema di competitività (in particolare le imprese medio-grandi, 20% circa) e oltre un quarto (35%) modifiche nell’organizzazione del lavoro, anche in risposta alla pandemia.

Categorie: Lavoro | Inapp - Istituto nazionale per l'analisi delle politiche pubbliche

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