Relazione sullo stato sanitario del Paese

24.10.2022

Il Ministero della Salute ha presentato al Parlamento il documento relativo al periodo 2017-2021

Tipo di prodotto: relazione al Parlamento
Periodo di riferimento: 2017-2021
Anno di edizione: 2022
Disponibile su: www.salute.gov.it

Con la Relazione sullo stato sanitario del Paese il Ministero della Salute informa il Parlamento, e conseguentemente i cittadini, sullo stato di salute della popolazione e sull’attuazione delle politiche sanitarie. La relazione costituisce una componente essenziale per la pianificazione e programmazione del Servizio sanitario nazionale, in quanto funge da strumento organico di valutazione degli obiettivi di salute raggiunti e delle strategie poste in essere per il loro conseguimento.

Questa edizione, che comprende il periodo 2017-2021, dedica ampio spazio alla pandemia da Covid-19 e alle azioni intraprese sia per gestire l’emergenza sia per rafforzare il Servizio sanitario nazionale (Ssn).

Tra i dati  si legge che, al primo gennaio 2021, l’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione che ha 65 anni e più e quella con meno di 15 anni) è pari al 182,6%. Il processo di invecchiamento investe tutte le regioni, particolarmente quelle centro-settentrionali. In Liguria, in particolare, l’indice raggiunge il valore più elevato, pari a 262,3%. Nel panorama internazionale, inoltre, l’Italia si distingue per l’elevato numero di soggetti molto anziani, come i semi-supercentenari (persone di 105 anni e più), pari a oltre 1.100. 

Le malattie cardio-cerebrovascolari (Mccv) sono la prima causa di morte in Italia e nel mondo, con un notevole impatto anche in termini di morbosità e disabilità. Sono 222.448 i decessi per malattie del sistema circolatorio (Msc) (97.340 maschi e 125.108 femmine), di cui 61.985 per malattie ischemiche del cuore (Mic) (32.853 e 29.132), comprendenti 20.026 casi di infarto acuto del miocardio (Ima) (11.596 e 8.430) e 55.074 per malattie cerebrovascolari (Mcv) (22.186 e 32.888).

Lo shock pandemico del 2020 ha interrotto il lento e progressivo incremento della speranza di vita. In particolare, nei tre anni precedenti la pandemia in Italia la vita media attesa alla nascita è aumentata per gli uomini da 80,5 anni nel 2017 a 81,1 nel 2019 e per le donne da 84,9 anni nel 2017 a 85,4 nel 2019.

Nel 2020, l’eccesso di mortalità provocato dal Covid-19 ha comportato in un solo anno a livello nazionale la perdita di 1,3 anni di vita attesa alla nascita per gli uomini (da 81,1 nel 2019 a 79,8 nel 2020) e di 0,9 per le donne (da 85,4 a 84,5), con un impatto sensibilmente differenziato sul territorio. Il calo ha riguardato tutte le regioni, registrando la flessione più marcata in Lombardia (-2,5 anni tra i maschi e -1,9 anni tra le femmine).

 

 

Categorie: Salute e sanità | Ministero della salute

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