L'economia dell'Umbria

30.06.2022

La Banca d’Italia pubblica il rapporto sull'economia regionale

Tipo di prodotto: Rapporto
Periodo di riferimento: 2021
Anno di edizione: 2022
Disponibile suhttps://www.bancaditalia.it

 

L’economia dell’Umbria fa parte della collana Economie regionali, che riunisce le pubblicazioni dedicate a ciascuna regione italiana messe a punto dai Centri studi territoriali della Banca d’Italia.

Nel 2021, riprende l’attività economica regionale e mostra una crescita pari al 6,5% del Pil, in linea con l’andamento nazionale. Questa ripresa, maggiore dal secondo trimestre dell’anno, dovuta all’allentamento delle misure restrittive adottate nel periodo della pandemia e all’aumento della domanda, consente di colmare parte della perdita di prodotto accumulata durante la crisi pandemica.

L'industria nel 2021 registra una forte espansione degli ordini e del fatturato. Il fatturato cresce del 6,2%. La crescita delle vendite, più accentuata nei comparti dei metalli e della meccanica, è intensa sia sul mercato interno sia su quello estero. L’incremento maggiore è nelle attività dell’edilizia, che beneficiano degli incentivi fiscali, degli interventi di ricostruzione post-sisma e della maggiore spesa per opere pubbliche da parte degli enti territoriali. Crescono anche i flussi turistici presso le strutture regionali e, nella seconda parte dell’anno sono superiori del 4,2% rispetto a quelli dello stesso periodo del 2019 e rappresentano un picco storico.

Nel 2021 il tasso di natalità netto delle imprese, nella regione, è pari a + 0,8%, valore più alto registrato nell’ultimo decennio e in particolare interessa le imprese con alto grado di digitalizzazione. Sono in aumento le società di capitali mentre diminuiscono le ditte individuali e le società di persone. La ripresa economica, in Umbria, a contribuisce ad aumentare i livelli occupazionali (+1,7%) e dal secondo trimestre dell’anno aumentano gli occupati per la componente maschile e i giovani fino a 34 anni. Crescono anche i lavoratori dipendenti (+3,4%), ma calano gli autonomi (-3,5%). In particolare, emerge una forte riduzione delle persone in cerca di occupazione (-20,4%) e un elevato tasso di inattività. In Umbria, il tasso di disoccupazione giovanile, pari a 6,6 %, è più alto della media nazionale (9,5%). Il divario di genere nella partecipazione al mercato del lavoro, in Umbria (12,9%) è inferiore rispetto alla media italiana (18,9%) nel 2020, ma superiore a quella degli altri paesi europei (10,1%). Una opportunità per incrementare la possibilità di impiego per i giovani è rappresentata dall’istruzione terziaria professionalizzante, poco diffusa in questa regione.

I bilanci degli enti territoriali, a causa delle ricadute dovute alla pandemia, aumentano il livello complessivo della spesa utilizzata per acquisti di beni e servizi e per interventi a favore di imprese e famiglie. Altro fattore determinante per accrescere la spesa degli enti territoriali sarà prodotto dall’utilizzazione delle risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che sarà destinato a rilevanti comparti di attività: il trasporto pubblico, la riqualificazione urbana, l’offerta sanitaria, l’edilizia scolastica e i servizi sociali e della prima infanzia.

Dall’inizio del 2022 il contesto economico è progressivamente peggiorato. Il rialzo dei contagi ha penalizzato principalmente la spesa per i servizi. L’eccezionale aumento dei prezzi energetici, dopo la guerra in Ucraina, ha prodotto forti aumenti dei prezzi contribuendo a indebolire l’economia umbra.

Categorie: Imprese: struttura e competitività | Umbria

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