La presenza dei migranti nelle aree metropolitane

Il Minstero del lavoro e Sviluppo Lavoro pubblicano i report annuali relativi al 2023

Sono online i nuovi rapporti annuali sulla presenza dei cittadini non comunitari nelle Città metropolitane nel 2023, curati dal Mnistero del lavoro insieme a Sviluppo Lavoro Italia, dedicati ad approfondire le caratteristiche del fenomeno migratorio nelle sue declinazioni territoriali. Si tratta di nove rapporti riferiti alle città di Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia e di un Quaderno di sintesi comparativa sulle quattordici Città metropolitane d'Italia (incluse, quindi, Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Reggio Calabria). L’analisi si basa su più fonti di dati statistici ufficiali tra cui quelli forniti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, dall’Istat, da Unioncamere.

Tra i dati si legge che i cittadini non comunitari presenti in Italia rappresentano il 6,4% della popolazione residente complessiva. Al 1° gennaio 2024 i cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti sul territorio sono 3.607.160, un numero che nel corso degli ultimi dieci anni si è andato riducendo (-8,2%).

Le Città metropolitane di Milano e Roma da sole ospitano oltre un quinto dei migranti regolarmente soggiornanti (rispettivamente il 13% e il 9,4% del totale). Seguono Torino, Napoli, Firenze e Bologna, con percentuali comprese tra il 2% e il 3%, mentre è inferiore al 2% la quota relativa alle altre Città metropolitane.

Per quel che riguarda le acquisizioni di cittadinanza, tra il 2014 e il 2023 sono divenuti italiani 1.435.479 cittadini non comunitari. La popolazione di paesi terzi rappresenta una risorsa importante per l’economia del Paese: nel 2023 il 7% degli occupati di età superiore ai 15 anni è, infatti, di cittadinanza non comunitaria. Inoltre, l’8,8% delle circa 6 milioni di imprese registrate in Italia al 31 dicembre 2023 è a conduzione non comunitaria. Si tratta di 522.055 imprese, un numero in aumento dell’1,8% rispetto all’anno precedente, a fronte del calo dell’1% rilevato sul complesso delle imprese del Paese.