L’impatto della pandemia in Veneto
La Regione pubblica un’edizione straordinaria del Bollettino socio-economico
A causa dell’emergenza sanitaria, nel 2020 il Pil veneto subirà netta contrazione (-7,1%), superiore a quella nazionale (-6,5%). Un forte calo è previsto anche per i consumi delle famiglie (-5,3%) e per gli investimenti (-13,1%).
Le attività produttive rimaste attive in regione durante la pandemia sono circa il 41% del totale, con circa il 45% dei lavoratori. A livello economico queste unità produttive contribuiscono al 44,5% del fatturato del settore imprenditoriale privato e a circa il 49% del valore aggiunto privato. Il Veneto è una delle regioni italiane con maggiore propensione all’export e la stessa analisi, applicata alle unità produttive esportatrici, mostra una situazione anche più grave. In questo caso, infatti, le realtà produttive rimaste attive sono circa un terzo (35,3%) del totale, coinvolgono circa il 39% dei lavoratori e generano quasi il 40% del fatturato complessivo.
Nel periodo tra il 23 febbraio 2020, giorno in cui sono entrate in vigore le prime misure di contrasto alla diffusione del coronavirus, e il 6 maggio 2020, l’impatto dell’emergenza sanitaria da Covid-19 determina una perdita di posizioni di lavoro dipendente di circa 55 mila unità, pari a quasi 6 mila posizioni a settimana, un valore prossimo al 3% dell’occupazione totale.
È quanto si legge nell’edizione straordinaria del Bollettino socio-economico del Veneto, diffuso dall’Ufficio di statistica della Regione Veneto
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