29° Rapporto sull’Economia della Sardegna 2022

31.05.2022

Il CRENoS diffonde il rapporto basato sull’elaborazione dei dati della statistica ufficiale

Tipo di prodotto: Rapporto statistico
Anno di riferimento: 2020-2021
Anno di edizione: 2022
Disponibile su: https://crenos.unica.it

 

L’edizione attuale dello storico Rapporto sull’economia regionale curato dal consorzio Centro ricerche economiche Nord-Sud (CRENoS) si caratterizza per la volontà di integrare le analisi sui dati economici con le tendenze demografiche in atto e considerare il contesto dato dalle problematiche causate dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina in corso.

Grazie ai dati statistici pubblicati dall’Istat e dall’Istituto superiore di sanità (Iss), l’elaborazione dei dati demografici evidenzia il declino della popolazione in Sardegna (al di sotto dei 1,6 milioni di residenti), riconducibile a diversi fattori, come lo spopolamento delle aree più interne e marginali, l’emigrazione dei giovani nelle altre regioni e all’estero, l’invecchiamento di vaste aree dell’Isola (232 anziani ogni 100 giovani nel 2020), con numeri che, proiettati nel futuro, delineano scenari di forte criticità.

Il Rapporto si sofferma anche sulle dinamiche economiche, registrando l’aumento del tasso di attività regionale (pari al 46,6% nel 2021) di 1,4 punti rispetto al 2020; il tasso di attività rimane però ancora inferiore alle cifre del periodo pre-pandemia, in particolare per le donne in possesso di titoli di studio medio-bassi (+11mila lavoratrici nel 2021), e aumenta solo marginalmente l’occupazione femminile regionale, ancora al di sotto del 34% (media nazionale 37,4%). Grande preoccupazione destano le 120mila persone “scoraggiate” o impossibilitate a lavorare, sul totale di quasi 745mila inattivi in Sardegna, mentre i disoccupati (coloro che cercano lavoro senza trovarlo) sono poco meno di 88mila (13,5% il tasso di disoccupazione nel 2021, in aumento sul 2020).

La disamina regionale continua osservando alcuni dei principali servizi pubblici: la spesa sanitaria (3,48  miliardi di euro, in aumento del 5,5% sul 2019), i servizi socio educativi per la prima infanzia (22 milioni complessivi, con una spesa mensile per bambino di 488 euro, per l’80% sostenuta dai Comuni), la raccolta differenziata, l’utilizzo dei mezzi pubblici e un focus sulle opere pubbliche incompiute. Il rapporto analizza anche il turismo, che registra nel 2020 una netta ripresa (1,5 milioni di arrivi nell’Isola), ma che ancora stenta a recuperare le presenze e i volumi di affari del periodo pre-pandemico (10% l’indice di utilizzazione degli hotel sardi nell’anno mentre le altre strutture ricettive arrivano appena al 6%).

Infine, l’analisi dei fattori di crescita e sviluppo: fattori positivi come l’aumento delle cifre su istruzione e formazione (sono il 25% i laureati tra i giovani tra i 30 e i 34 anni), l’utilizzo di internet nelle imprese (nel 2021 il 21% delle imprese con più di 10 addetti effettua vendite on-line) e la crescita delle “startup” innovative nel contesto imprenditoriale sardo (219 registrate a marzo 2022). A questi fattori si contrappongono la modesta spesa pro capite in attività di ricerca e sviluppo (132° posto nella graduatoria regionale europea), la bassa spesa del settore privato nel medesimo settore (ultimo posto in Italia), l’elevata quota di abbandono scolastico (arrivata al 12% di 18-24enni nel 2020) e di NEET (19,3% di 15-24enni nel 2020).

 

Categorie: Imprese: struttura e competitività | Sardegna

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