Economia del Mare e Green Deal

30.05.2022

Unioncamere fotografa la blu economy italiana nel 2021

Tipo di prodotto: Rapporto
Periodo di riferimento: 2021
Anno di edizione: 2022
Disponibile su: http://www.unioncamere.gov.it

 

È on line il volume Economia del Mare e Green Deal, realizzato dal Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne, insieme a una nota che ne riassume i risultati. Lo studio è centrato sulle professioni della blue economy, che comprende settori come l'Alloggio e ristorazione, i Servizi turistici e di intrattenimento, il Trasporto marittimo e per vie d'acqua di passeggeri, la Filiera della cantieristica navale, la Filiera alimentare/ittica e le Industrie delle estrazioni terrestri e marine.

Nel 2021 le entrate prevsite dalle imprese dell’Economia del mare sono 406.500, quasi il 9% del totale, in aumento del 22,6% rispetto al periodo prepandemico. Come in altri ambiti, cresce la difficoltà di reperimento dei candidati, che si attesta al 24,7% del totale delle richieste (+6 p.p. rispetto al 2019), ma arriva nella cantieristica navale al 42,7%.

Il 78% circa degli ingressi programmati dalle imprese blu è concentrato nell’alloggio e ristorazione, che assorbe ben 315.010 entrate, seguito dai servizi turistici e di intrattenimento, con l’11,7%, pari a 47.360 entrate. Gli altri settori pesano nell’insieme per il 10%, con fabbisogni occupazionali che vanno dai 20.740 ingressi del trasporto marittimo fino ai circa 2.000 delle industrie delle estrazioni terrestri e marine.

Il 61,5% delle entrate è rappresentato dalle professioni commerciali e dei servizi e il 18,1% da professioni non qualificate, i raggruppamenti maggiormente richiesti nelle filiere prevalenti dell’Economia del mare, cioé l’alloggio, la ristorazione e i servizi turistici.

Le difficoltà di reperimento del personale sono segnalate in media da quasi una impresa del mare su quattro e, rispetto al periodo pre-pandemia, il ridotto numero di candidati è la principale motivazione della difficoltà (arrivando all’11,5%, con +4,8 p.p.),  insieme alle competenze inadeguate (10,6%, +1,2 p.p.). Le difficoltà di reperimento più rilevanti si riscontrano nell’ambito della cantieristica navale, dove riguardano il 43% del totale delle entrate richieste (nel 23,3% dei casi per mancanza di candidati).

Inoltre, riguardo ai livelli di istruzione, nel 2021 i titoli di studio più richiesti dalle imprese blu sono la qualifica o diploma professionale (53,8%) e il diploma di scuola secondaria superiore (26,1%), mentre è molto più limitata la domanda di laureati (3,5%) e di diplomati degli Istituti tecnici superiori (0,9%).

La pubblicazione esamina anche altri aspetti economici delle filiere blu: nel corso del 2018 queste attività sono arrivate a produrre 46,7 miliardi di valore aggiunto, pari al 3% del totale dell’economia italiana; esiste, inoltre, un importante fattore moltiplicatore delle attività legate all’economia del mare sul resto dell’economia, che è pari a 1,9 euro per ogni euro investito.

Categorie: Imprese: struttura e competitività | Anpal - Agenzia nazionale politiche attive del lavoro | Unioncamere - Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura | Centro studi delle Camere di commercio Guglielmo Tagliacarne

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