La domanda di lavoro per bacino dei centri per l'impiego

16.02.2022

Anpal servizi diffonde il rapporto che descrive le caratteristiche delle transizioni professionali

Tipo di prodotto: Rapporto annuale
Periodo di riferimento: anni 2019-2020
Anno di edizione: 2022
Disponibile su: www.anpalservizi.it

 

L’Anpal Servizi diffonde il secondo rapporto La domanda di lavoro per bacino dei Centri per l'impiego - Analisi dei percorsi di riattivazione dei lavoratori cessati. Il volume, incluso nel Psn 2020-2022, analizza gli esiti dei percorsi di riattivazione di coloro che hanno concluso un lavoro, tra gli anni 2019 e 2020, con indicazione delle caratteristiche anagrafiche del lavoratore, del bacino amministrativo comunale di riferimento dei centri per l’impiego, del motivo della cessazione del contratto o dell’occupazione, dei tempi medi di attesa del nuovo contratto, indagando anche se vi sia stato un miglioramento della carriera nella transizione al nuovo impiego.

Il 48% della popolazione osservata (6 milioni di individui) è nuovamente occupata entro sei mesi dall’ultimo rapporto di lavoro concluso. Per le donne il tasso è pari al 43,6% mentre per gli uomini è pari al 51,4%. Riguardo al tipo di contratto, la percentuale di coloro che trovano un impiego di tipo permanente (a tempo indeterminato o in apprendistato) è del 12,3%. Incontrano maggiori difficoltà nel rioccuparsi i più giovani (42% per la classe di età 16-24 anni) e i più anziani (40,3% per la classe 55-64 anni e 27,6% per gli over 65). 

Il rapporto presenta anche dati al livello territoriale, tra cui emerge che le percentuali più alte di coloro che ritrovano una nuova occupazione si registrano in Puglia (su 100 lavoratori il 55,6% è nuovamente occupato entro sei mesi); ciò è riconducibile, come per altre regioni, al fatto che laddove vi è una maggiore presenza di lavoro stagionale e un maggiore ricorso a rapporti di lavoro a termine i tassi di ricollocazione sono più alti. 

In generale la maggioranza degli individui, con il nuovo impiego, permane nella stessa condizione di partenza dal punto di vista delle competenze professionali; in media le donne tendono a rimanere nella condizione di partenza più degli uomini, in quanto l’82,9% svolge un lavoro di uguale complessità di quello perso rispetto al 79,7% degli uomini, e solo l’8,4% delle lavoratrici aumenta il livello di competenze a fronte del 9,5% dei lavoratori.

La pubblicazione on line include un cruscotto per la navigazione attraverso infografiche e l’estrapolazione dei dati su molti dei temi trattati.

Categorie: Lavoro | Sviluppo Lavoro Italia S.p.A.

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